Salomone, lo psicologo


Che pozzo di sapienza quel Salomone!

Si intendeva (naturalmente perché Dio lo ispirava) anche di igiene  mentale e ne ha scritto nei suoi “proverbi”. Davvero: quello che gli psicologi e gli scienziati dicono oggi era già scritto nella Bibbia da secoli!

Infatti, sentiamo parlare spesso di malattie psicosomatiche, cioè di disturbi fisici derivati da malesseri, traumi  e problemi morali, o spirituali, non risolti.
Salomone ne parla così.

“L’uomo buono fa bene a se stesso, ma il crudele tortura la sua carne” (11:17).

“La sofferenza abbatte il cuore, la parola buona lo rallegra” (12:25).

“La speranza insoddisfatta fa languire il cuore, ma il desiderio realizzato è un albero di vita” (13:2). 

“Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa”(14:30).

“La lingua che calma è un albero di vita, la lingua perversa strazia lo spirito” (15:4).

“Tutti i giorni sono brutti per l’afflitto, ma per il cuore contento è sempre allegria” (15:15).

“Uno sguardo luminoso rallegra il cuore, una buona notizia fortifica le ossa” (15:30).

“Le parole gentili sono un favo di miele,  dolcezza all’anima, salute delle ossa” (16:24).

“Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto fiacca le ossa” (17:22).

“Lo spirito dell’uomo lo sostiene quando è infermo, ma lo spirito abbattuto, chi lo solleverà?” (18:14).

“Il timore del Signore conduce alla vita; chi lo ha si sazia e passa la notte senza essere visitato dal male” (19:23).

Leggendo questi proverbi, si direbbe che Salomone avesse la laurea in reumatologia! I dottori di oggi gli danno ragione: sembra che artrite, e dolori alle ossa siano più frequenti nelle persone con problemi morali e psichici.

A questo punto, è necessaria una precisazione:  Salomone non predicava il cosiddetto “Vangelo del benessere” che va di moda oggi in alcuni ambienti carismatici. Secondo questo “vangelo”, il credente dovrebbe stare sempre bene in salute, avere soldi e godere di ogni tipo di benedizione anche materiale.

“Sei malato?” ti chiedono. 

“Sì“ ammetti.

“È chiaro che hai peccato e non hai abbastanza fede per guarire! Gesù è morto anche per togliere ogni malattia” rispondono. “Credi e guarirai”.

Oppure. “Sei povero? Dipende dal fatto che non sei abbastanza generoso e non credi alle promesse del Vangelo” (del benessere, naturalmente).

“Gli affari ti vanno male?  È perché in te c’è uno spirito di avarizia che deve essere scacciato.  Unisciti a noi e sarai liberato.”

Nell’Antico Testamento, Dio prometteva benessere anche materiale, salute e felicità al suo popolo, se fosse stato fedele. Effettivamente gli ha donato grandi benedizioni materiali nei periodi in cui è stato ubbidiente.

Ai credenti di oggi Gesù non promette benedizioni materiali come ricompensa della loro fedeltà. Ha insegnato loro di chiedere  “il pane quotidiano”, ma non la bistecca quotidiana. Ha parlato piuttosto di prove, difficoltà e problemi per coloro che lo seguono. “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” ha detto.

Ma ha promesso benedizioni spirituali sicure a chi lo ama e gli ubbidisce. Per esempio?

Riposo per l’anima a chi sarebbe andato da Lui ammettendo, con un cuore mansueto e umile, la sua stanchezza morale, i suoi problemi e il suo peccato (Matteo 11:28-30).

Pace del cuore, a chi aveva paura, era spaventato, ma avrebbe confdato in Lui (Giovanni 14:27).

Consolazione da parte dello Spirito Santo a chi avrebbe creduto in Lui (Giovanni 16:12-14) e gioia (la sua gioia!) a chi avrebbe ubbidito ai suoi comandamenti (Giovanni 15:10,11). 

Nella mia vita, ho visto dei credenti malati terminali sereni e fiduciosi e ne ho sentiti altri lamentarsi per un semplice raffreddore. Ne ho visti alcuni perdere il lavoro e ringraziare Dio per la salute e la forza di cercarne un altro e ho ascoltato le lamentele di chi aveva il lavoro, ma non si poteva permettere delle vacanze.

Tutto dipende  da che parte guardiamo una situazione e dal concetto che abbiamo di Dio.

Se le medicine che il tuo medico ti prescrive non ti sembrano efficaci, forse faresti bene a guardarti un po’ di più “dentro” e pregare come il salmista Davide: “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna” (139:23,24).
 
A volte, un perdono concesso o chiesto, una parola di gentilezza o un’offesa dimenticata sono molto più efficaci di qualsiasi tranquillante.
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