Oggi vi devo parlare un po’ di più di mio marito,

perché verrà fuori spesso nelle mie chiacchierate. È la persona che stimo e ammiro di più. E i suoi consigli sono apprezzatissimi (anche lui ha un blog che si chiama
A occhio nudo. Andate a cercarlo, se lo volete conoscere!)

Vi ho detto che è americano e che viene dallo Stato di Michigan. Lì ci sono le fabbriche di automobili e oggi c’è un bel po’ di crisi. Molti hanno perso il lavoro e la gente tira un po’ la cinghia. Anche se per gli americani tirare la cinghia vuol dire andare un po’ meno al ristorante e non comprarsi tanto facilmente una macchina nuova.

Mio marito sta in Italia da quasi 60 anni. In America si chiama William, che poi, per qualche strana ragione come diminutivo in inglese diventa Bill. Manco si chiamasse Billiam! In Italia lo chiamano Guglielmo, come l’Impertatore di Germania e Guglielmo Tell.

Questo mi fa venire in mente che la prima persona di cui da bambina mi sono presa una cotta si chiamava anche lui Guglielmo. Guglielmo Castello che era un tenore e cantava alla radio. Io lo immaginavo come un guerriero col l’elmo che abitava in un bellissimo castello. Una meraviglia. Quando ho visto la sua foto sul RADIOCORRIERE, la cotta mi è passata. Era vecchio e pelato.
E non aveva un castello.




Il “mio” Guglielmo è laureato in psicologia e ha anche una laurea in teologia che ha conseguita dopo un bel po’ che eravamo sposati. Perché si è stabilito in Italia? Ha pensato che voleva stare nel nostro paese per far conoscere il messaggio semplice e genuino del Vangelo. Senza tutte le complicazioni delle religioni ufficiali.

Era molto giovane e ha imparato l’italiano a Napoli, che poi ha perfezionato all’Università di Siena.

È un tipo che mi è piaciuto subito appena l’ho conosciuto, perché era serio e sapeva quello che voleva fare. Aveva fatto anche il giornalista e mi piaceva come scriveva in modo semplice e senza paroloni (quelli italiani non li sapeva e quelli inglesi non li usava). Voleva scrivere roba semplice che spiegasse bene perché Gesù era venuto in terra e che cosa volesse dire essere cristiano (prossimamente vi farò leggere un foglietto che ha scritto e che si intitiola
“Che razza di cristiani siamo?”).

Il nostro non è stato amore a prima vista, ma stima e amicizia a prima vista sì. Ci siamo sposati dopo sei anni che ci conoscevamo e abbiamo imparato tanti segreti su come andare d’accordo e aiutarci nelle varie circostanze della vita.
Nell’ambiente evangelico siamo concosciuti come una coppia felice e la gente ci telefona e scrive per parlarci dei problemi che incontra. Non diamo mai risposte nostre, perché nella Bibbia ci sono già. Noi aiutiamo chi non le conosce a trovarle. Spero che ne potrò parlare anche con voi. Basta cercarmi.

Ci sentiamo la prossima volta e vi racconto come mi sono innamorata del Vangelo, che è una parte della Bibbia.

Ciao e alla prossima.

Ecco chi sono

Mi chiamo Maria Teresa e sono una donna coi capelli grigi, data la mia bella età. Non vi dico quanti anni ho, ma lo indovinerete facendo in po’ di conti.

Sono sposata con un americano che sta in Italia da 60 anni e che ormai preferisce la pasta agli hamburger. E che, quando vede un bel paesaggio in Italia, mi dice: “Ma un posto così dove lo troveresti in America?” Eppure viene da uno stato molto bello, il Michigan.

Certo le nostre montagne lì se le sognano... Ma in autunno nei loro boschi le foglie degli alberi si incendiano di colori rossi, arancione e gialli. Quelli non ce li sognamo noi!

Abbiamo quattro figli sposati, tre maschi e una femmina, e dodici nipoti. Il più grande ha 23 anni e insegna italiano in America, un altro si sta per sposare, e la più piccola ha due anni e mezzo. Non ce l’aspettavamo e pensavamo che la produzione di nipoti si fosse fermata. Invece... sorpresa!

Pensate che, dato che la mamma non è più giovanissima, i medici insistevano che abortisse. I genitori hanno rifiutato energicamente e lei è venuta bella, sana, vivace e piena di curiosità. Ora ha tre sorelle, un padre e una madre, oltre a molti amici, che la spupazzano alla grande. Considerando la situazione non è affatto viziata.

Tornando a me, sono nata in Trentino perché mio padre, che era un ufficiale di fanteria, allora era lì col reggimento. Per alcuni anni siamo stati in Venezia Giulia e poi ci siamo trasferiti a Genova.

A Genova ho fatto dalla quarta elementare fino all’Università (mi sono laureata in lettere) e ci ho passato gli anni della seconda guera mondiale.

Ho avuto molte benedizioni (sì, le chiamo benedizioni , perché sono sicura che Dio ha tenuto sempre il suo occhio su di me e io non mi curavo affatto di Lui). I miei genitori si amavano e non li ho mai sentiti litigare. Mi volevano bene anche se erano all’antica e molto severi. Mi hanno abituata a ubbidire e a non fare storia. Mi hanno anche insegnato a lavorare, sebbene finanziariamente stessero abbastanza bene. Per esempio, prima di andare a scuola dovevo farmi il letto e, se non lo facevo, lo ritrovavo sfatto con le lenzuola tutte tolte.

Un’altra benedizione è stata la salute (magari avessi avuto qualche scusa per non andare a scuola!) e un’altra ancora il fatto che, a un certo punto, ho trovato una fede vera in Dio.

Ma di questo parliamo un’altra volta.

Un indizio per scoprire la mia età. Ero in prima media (allora si chiamava Ginnasio) quando Mussolini ha cominciato a fare guerra all’Etiopia, che allora si chiamava Abissinia. Non chiedetemi perché.

Ci sentiamo!