Bugie di che colore?


Finalmente arriviamo a parlare della lingua cattiva. Ma, ve lo prometto, non ci farà sentire un po’ male. D’altra parte, un’acquaccia amara, come Pinocchio chiamava la purga che gli volevano dare, fa meglio delle pillole con effetto placebo. Di queste, Dio, che è il medico per eccellenza, non ne prescrive.

Nei Proverbi, si parla di lingua maldicente, bugiarda, dura e stupida.

Un bel programma: comiciamo con quella bugiarda.

“Il falso testimone parla con inganno”, “la lingua bugiarda non dura che un istante”, “le labbra bugiarde sono un abominio per il Signore”, ”il falso testimone non rimarrà impunito, chi spaccia menzogne non avrà scampo” (12:17,19,22; 19:5).

La tentazione a dire cose false è sempre in agguato. Spesso sentiamo parlare di bugie bianche o rosa, cioè innoque. O di bugie pietose. O a fin di bene. Questa casistica è falsa e crudele.

A un malato terminale non si vuole dire la verità sul suo stato e si evita di parlare della morte e di quello che viene dopo la morte. Se non è un credente, gli facciamo molto male e lo accompagniamo verso l’inferno, se non lo esortiamo a accostarsi a Dio per ricevere il perdono dei suoi peccati e il dono della salvezza.  Se è un credente, perché non cogliamo l‘occasione per lodare Dio per la prospettiva di un’eternità nella presenza del Signore, in una casa perfetta preparata per Lui? Non sarà mica che, sotto sotto, l’idea della morte fa paura anche a noi?

All’amica credente, che si fidanza con un non credente, diciamo che pregheremo perché il suo “lui” si converta, anziché dirle che si sta rovinando con le sue stesse mani, disubbidendo a un preciso ordine di Dio (2 Corinzi 6:15). Abbiamo paura di offenderla, ma non l’aiutiamo.

Dio è molto severo verso i bugiardi. La loro condotta è, ai suoi occhi, abominevole. Non sembra che per Lui esista nessuna casistica fra peccati veniali e peccati mortali, come insegna la Chiesa Romana. Non per nulla ha fatto scrivere che “per i codardi, gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo che è la morte seconda” (Apocalisse 21:8).

Attenzione, allora, a non chiudere un occhio sulle nostre bugie e su quelle altrui. E anche alle mezze bugie.

Poi ci sono le parole dure e le parole stupide. A volte, anche dicendo la verità, si possono usare parole che feriscono come pietre. Figuriamoci se poi le usiamo con l’intenzione di fare del male!

“La bocca degli empi nasconde violenze” (10:11), “la parola dura eccita l’ira” (15:1), “l’uomo cattivo va scavando il male ad altri; sulle sue labbra c’è come un fuoco consumante” (16:27), “il povero parla supplicando e il ricco gli risponde con durezza” (18:23).

Un padre dice al figlio: “Non capisci niente e non sarai mai buono a niente”. Forse un pizzico di ragione ce l’ha. In realtà, il figlio non è una cima, ma ne resterà ferito. Forse ci crederà e davvero diventerà un buono a niente.

Una moglie chiede al marito come è andato il suo lavoro. “Anche se te lo dicessi, non lo capiresti” risponde lui. Lei si sentirà umiliata e non gli farà più domande. Probabilmente il solco, che si sta già scavando fra i due, aumenterà.

“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente” (10:19).

Perciò, prima di parlare a ruota libera, pensiamoci. Specialmente, se si tratta di maldicenze. Alla prossima!
.

Nessun commento:

Posta un commento