TALIS PATER


Mio padre era un militare e i suoi soldati dicevano che si faceva ubbidire senza mai alzare la voce. I suoi colleghi si meravgliavano che non dicesse parolacce, quando si irritava. Ma papà era un vero credente e non mi ricordo di avergli mai sentito dire una parola fuori posto. Anzi, era un tipo che sapeva incoraggiare e spronare verso il bene.

Quando ero alle elementari mi portava a fare una camminata prima dell’ora di scuola e io facevo fatica a tenergli dietro (lui aveva delle gambe lunghe e io ero piccolina). Ma ero molto fiera che prendesse del tempo per passarlo con me. Mi piaceva anche la colazione che facevamo insieme in campagna.

Era un uomo che voleva essere ubbidito e che non transigeva. L’unica volta che mi ha dato una sberla è stato quando mi ha scoperta (avrò avuto sei anni!) mentre davanti allo specchio mi mettevo sulle guance la cipria di mia mamma. Da allora non ne ho più usata!

Un buon padre è un’eredità senza prezzo. Lo dice anche Salomone nei suoi proverbi.

“L’uomo buono lascia un’eredità ai figli dei suoi figli” (13:21). Papà è morto quando i suoi nipoti erano molto piccoli. Uno oggi ricorda che il nonno aveva male alle gambe e non poteva camminare e un altro non ha dimenticato il cucchiaino di zucchero con una goccia di caffè che il nonno gli dava. È un po’ poco, come ricordi, ma è meglio che niente. A raccontare di lui, ci penso io!

“C’è grande sicurezza nel timore dell’Eterno; egli sarà un rifugio per i figli di chi lo teme” (14:26). È difficile che un padre dalla fede genuina abbia figli miscredenti.

“I padri sono la gloria dei loro figli” (17:6).

“I figli del giusto, che cammina nella sua integrità, saranno beati dopo di lui” (20:7).

“Da’ retta a tuo padre che ti ha generato e non disprezzare tua madre quando sarà vecchia” (23:22).

È bello poter pensare: “Mio padre non lo avrebbe mai fatto!” quando si è davanti a scelte difficili o  dubbie o “Mia mamma non lo avrebbe mai detto” quando si ha voglia di riportare o di confidare una cosa cattiva.

Un buon padre sa anche correggere e educare.

“Correggi tuo figlio: egli ti darà conforto e procurerà gioia al tuo cuore” (29:12).

“Insegna al ragazzo la via che deve tenere: anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà” (22:6).

“Chi ama suo figlio lo corregge per tempo” (13:24)

“Castiga tuo figlio, mentre c’è ancora speranza” (19:18), cioè quando la sua mente è ancora ricettiva.  Se aspetti che “capisca”, non ti darà ragione, vorrà fare di testa sua e sarà più pronto a ascoltare i consigli dei suoi amici.  “Un figlio saggio rallegra suo padre, ma un figlio stolto è un dolore per sua madre” (10:1). Ma se sarà “stolto” sarà solo colpa sua?
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