“Tu, figlio d’uomo, prendi
una spada affilata, un rasoio da barbiere, prendila e fattela passare sul capo
e sulla barba (gli Ebrei alla barba tenevano molto!); poi prendi una bilancia da pesare e dividi i peli che avrai tagliati.
Bruciane una terza parte nel fuoco in mezzo alla città quando i giorni
dell’assedio saranno compiuti; poi prendine un’altra terza parte e percuotila
con la spada attorno alla città; disperdi al vento l’ultima terza parte, dietro
alla quale io sguainerò la spada.”.
Questo lo strano ordine dato da Dio a Ezechiele (5:1,2). Ma non finiva qui. Il profeta doveva prender
anche una piccola parte dei peli e legarla alla sua veste, un’altra doveva
bruciarla nel fuoco... e così via, per avvertire Gerusalemme del giudizio
incombente.
Il Signore chiedeva cose molto strane ai suoi profeti. Allo
stesso Ezechiele ha chiesto, qualche tempo prima di fare tutte quelle
operazioni sulla sua barba, di stare sdraiato su un fianco per quaranta giorni
e poi sull’altro per altri quaranta per indicare quanti anni sarebbe durato
l’assedio della città. Ezechiele fu spaventato da un ordine simile e da altri
particolari pesanti che potete leggere nel cap. 4 del suo libro, ma ubbidì.
Se Dio ci chiedesse qualcosa di simile, come reagiremmo?
Sento la risposta: “Noi viviamo nel periodo della grazia,
del perdono, della pazienza di Dio! Siamo salvati per grazia e non per le opere
della legge! Dio è amore”.
Tutto vero. Grazie a Dio, Egli non ci fulmina per un
peccato, come è successo a quel tale, al tempo di Davide, che ha toccato l’arca
del patto perché non cadesse dal carro (su cui era trasportata e sul quale non
avrebbe dovuto essere messa), o come è avvenuto a Anania e Zaffira che, agli albori
della chiesa, hanno mentito ipocritamente allo Spirito Santo e sono morti
all’istante (anche per il loro giudizio si trova subito la spiegazione: erano
gli inizi della chiesa primitiva e Dio si manifestava in modo eclatante).
Certo: Dio è paziente e oggi trattiene ancora il suo
giudizio (anche se la crisi e il disordine in cui viviamo, dovrebbero
avvertirci che la sua pazienza sta finendo), ma questo non ci esclude
dall’ubbidienza ai suoi ordini e dal prendere alla leggera la sua volontà.
Per esempio: “Non
abbandonate la vostra comune adunanza” è detto nella Lettera agli Ebrei. Il
che, in poche parole, significa, “andate fedelmente alle riunioni della vostra chiesa
locale”. Non limitatevi a frequentare il culto della domenica mattina, siate
presenti anche alle riunioni di preghiera e di studio biblico.
Questi ultimi particolari e li ho aggiunti io, perché mi
sembrano importanti, perché troppo spesso si sentono mille scuse. “Siamo stanchi...
non si trova parcheggio... i bambini si annoiano... c’è la partita: gioca
l’Italia...”.
Ezechiele non ha risposto così agli ordini impegnativi di
Dio. E neppure Geremia. Di questo parleremo alcune volte.
Adesso, ciao, e che vinca l’Italia, anche se, forse, non potremo
stare davanti alla TV per fare il tifo!
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