Signore, aprici!


“Oh, mamma!” ha esclamato mio marito, con l’aria smarrita.

Si era chiuso la porta dietro le spalle e aveva lasciato in casa le chiavi. Eravamo a casa di nostro figlio, investiti della grande e meravigliosa responsabilità di curare due nipoti, maschio e femmina, per qualche giorno, mentre lui e la moglie erano fuori Roma. Non avevamo un doppione della chiave per riaprire la porta. In più, nostro figlio abita in un appartamento che dà su un cortile erboso (molto carino!), chiuso però da un cancello automatico che si apre dall’interno dell’appartamento.  Eravamo perciò chiusi fuori dalla casa e dentro al cortile. Senza via d’uscita.

Non si vedeva né sentiva un vicino a pagarlo a peso d’oro, per chiedere aiuto. In più, i nipoti sarebbero usciti da scuola e sarebbero rimasti fuori all’altro lato del cancello.

Chiamo i Vigili del Fuoco e mi rispondono i Carabinieri (evidentemente avevo sbagliato numero).

“In cosa possiamo aiutare?”  

“Siamo chiusi fuori di casa...”

“Signora, in questo non possiamo intervenire... La metto in linea coi Vigili del Fuoco!” (meno male!).

“Pronto!”

“Siamo chiusi fuori di casa, potete aiutarci?”

“È casa sua?”

“No, di nostro figlio che è fuori Roma, a Napoli...”

“Noi possiamo entrare solo nella residenza di chi ci chiama...”

“Ma siamo anche chiusi nel cortile... Non possiamo neppure chiamare un fabbro...”

“Il cancello lo possiamo aprire... Stia tranquilla. Veniamo appena possibile!”

Abbiamo aspettto un bel po’ (almeno così ci è sembrato). Finalmente eccoli! Aprono il cancello in un momento ed è già qualcosa.  Sono gentilissimi e vedono la nostra situazione. Trovano un rimedio. Possiamo rientrare! La nostra peripezia si conclude felicemente. Siamo anche in tempo per andare a prendere i ragazzi a scuola.

Essere chiusi fuori di casa è brutto, ma finché c’è vita c’è speranza (nei Vigili del Fuoco).

Però non ci sono sempre i Vigili del Fuoco. La Bibbia racconta, nel Libro della Genesi, di una situazione orrenda in cui una porta fu definitivamente chiusa. L’umanità, allora, era violenta e perversa, come oggi, e Dio decise di punirla con un diluvio che avrebbe distrutto tutto e tutti.

Dio avvisò dei suoi piani Noè, un vero credente in Lui,  e gli ordinò di costruire un’arca. Noè, “mosso dal timore di Dio”, come racconta la Bibbia, credette a ciò che Dio gli aveva detto e si mise al lavoro. Un lavoro che durò circa 120 anni. Mentre lavorava, avvertiva la gente del pericolo che si avvicinava. I suoi compaesani lo videro costruire l’arca, che sarebbe stato l’unico mezzo di salvezza anche per loro, ma, invece di ascoltarlo, lo presero in giro.

Poi, nel momento scelto da Dio, Dio stesso fece entrare nell’arca Noè, la sua famiglia e ogni specie di animali e chuse la porta. Venne il diluvio, perì tutto il genere umano di allora. Possiamo immaginare lo spavento di quella gente, quando vide cadere le prime gocce?

Ma non c’era nulla da fare. Solo Noè, sua moglie e i suoi tre figli con le loro mogli si salvarono. La fede ubbidiente di Noè aveva fatto la differenza. 

Il Signore Gesù, secoli più tardi, ha parlato di un’altra porta che sarà chiusa per sempre: la porta del cielo.

In una parabola ha raccontato di dieci vergini che aspettavano la venuta dello sposo. Avrebbero dovuto vegliare e tenere accese le loro lampade a olio e essere pronte alla chiamata. Cinque lo fecero e le altre no. Avevano delle lampade, ma queste erano senza olio.  

Quando finalmente arrivò lo sposo, le cinque donne con la lampada accesa gli corsero incontro e furono accolte. Le altre andarono subito a comprare dell’olio, poi si precipitarono a bussare alla porta dello sposo, dicendo: “Signore aprici!”.

Ma era troppo tardi. La porta si era chiusa per sempre. Questa parabola è nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo. Leggetela per intero.

Oggi il Vangelo è annunciato ed è possibile ancora credere e ubbidire a quello che Dio dice. L’Apostolo Pietro ha parlato chiaro: “In nessun altro è la salvezza; poiché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12) e “il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa... ma è paziente verso di voi non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti i giungano al ravvedimento” (2 Pietro 3:9).

Perchè non ti dai una mossa?
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