Una delle cose più ingiuste (per non dire cretine) che si possono
dire della Bibbia è che la sua prima parte, l’Antico testamento, presenta un
Dio crudele, vendicativo e sanguinario, mentre il Dio del Nuovo Testamento è
buono, paziente e longanime.
In realtà l’Iddio del Vecchio Testamento è lo stesso del
Nuovo Testamento. È un Dio santo che detesta il peccato e il male e che promette
di giudicarlo. Non è un Dio meno
paziente e amorevole di quello presentato da Gesù e personificato mentre era
sulla terra.
Infatti, anche la prima parola pronunciata da Gesù, e trascritta
nei Vangeli, quando ha iniziato il suo ministero pubblico di insegnamento, è
stata: “Ravvedetevi!” (Matteo 4:17),
cioè pentitevi del vostro peccato. Per secoli, la stessa parola era stata
pronunciata dai profeti nell’Antico Testamento e rivolta al popolo d’Israele, il
quale disubbidiva a Dio, si ribellava e cadeva nell’idolatria più grossolana.
Il Signore Gesù è venuto per esprimere l’amore di Dio per
l’umanità colpevole e per espiare la colpa del peccato e salvare i peccatori, è
vero. Ma, allo stesso tempo, ha parlato molto più di condanna eterna per i
peccatori che delle gioie del cielo. Ha nominato il paradiso solo una volta,
promettendolo, mentre era sulla croce, al ladrone che si era pentito.
Gesù ha mostrato grande amore, ma è stato molto fermo
riguardo al peccato. “Se non vi
ravvedete, perirete tutti allo stesso modo!” ha detto ai suoi discepoli che
gli parlavano di altri peccatori, che erano periti in circostaze drammatiche.
Dio odia il peccato, ma ama e mostra grande pazienza verso i
peccatori. Ha deciso di fare una grande piazza pulita per mezzo del diluvio
universale, agli inizi della terra, ma, dopo averlo annunciato a Noè ha
pazientato per più di 120 anni, prima di scatenarlo. A un certo punto decise di
punire il suo popolo d’Israele che era diventato infedele, ma non lo punì
immediatamente. Lo avvertì per più di 350 anni, prima di farlo e darlo nelle
mani del re di Babilonia.
C’è da chiedersi quanti anni ancora pazienterà prima di
giudicare definitivamente questo nosro pianeta e i suoi abitanti. Non lo
sappiamo, ma quello che ha promesso di fare lo farà.
Geremia, un profeta che visse proprio prima dell’invasione
del re di Babilonia, supplicò il popolo di pentirsi e di tornare a Dio. Il
quadro che egli fa del Signore è tutt’altro che quello di un Dio crudele.
Lo descrive come Creatore e Signore, sovrano assolutamente
giusto, riportando le parole che Dio stesso gli suggeriva: “Io ho fatto la terra, gli uomini e gli animali con la mia gran potenza
e col mio braccio disteso; io do la terra a chi voglio” (27:5), “quello che l’argilla è in mano al vasaio,
voi lo siete nella mia mano, casa d’Israele! A un dato momento, io parlo riguardo
a una nazione, riguardo a un regno di sradicare, di abbattere e di distruggere,
ma se quella nazione contro la quale ho parlato si converte della sua
malvagità, io mi pento [cambio atteggiamento] del male che avevo pensato di farle” (18:6-8).
Dio è Colui che vede ogni cosa: “Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto, in modo che io non lo veda?
dice il Signore. Io non riempio forse il cielo e la terra?” (23:24).
È un Dio che ama il suo popolo: “Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà” (31:3),
e che ha piani buoni per chi lo cerca: “Io
so i pensieri che medito per voi, pensieri di pace e non di male, per darvi un
avvenire e una speranza” (29:11).
È chiaro che un Dio onnipotente e Signore ha il diritto anche
di richiedere l’ubbidienza e esorta: “Cambiate
le vostre vie e le vostre opere... non
ponete la vostra fiducia in parole false. Se cambiate veramente le vostre vie e
le vostre opere, se praticate sul serio la giustizia gli uni verso gli altri...
allora vi farò abitare in questo luogo,
nel paese che diedi ai vostri padri” (7:1-15).
È stato ascoltato? No. Perciò Dio chiede con grande
drammaticità: “Non dovrei punire?...
Cose spaventevoli e orribili si fanno
nel paese: i profeti profetizzano bugiardamente, i sacerdoti governano agli
ordini dei profeti e il mio popolo ha piacere che sia così. Che cosa farete voi
quando verrà la fine?” (5:29-31).
Oggi il male dilaga. Non sentiamo parlare che di corruzione,
crimine, violenza. Troviamo che Dio sia ingiusto e crudele se si chiede: “Non dovrei punire?...Cosa farete voi quando verrà la fine?”.
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