Niente di scontato


L’inventario di oggi riguarda la nostra vita e la nostra famiglia. Mettendolo al personale, diciamo che riguarda me e la mia famiglia. Di nuovo, non viene da un medico pietoso.

Purtroppo, siamo tutti egoisti per natura. Ci piace stare bene. I nostri comodi vengono prima di quelli degli altri. Il mio benessere è la cosa a cui tengo di più. È stato così dal giorno in cui Adamo e Eva fecero la loro gran frittata e disubbidirono a Dio.

Però, fino a qualche decennio fa, l’egoismo non era considerato una virtù, ma era riprovato.

Oggi, invece, è sbandierato, raccomandato, lodato e difeso come un diritto. Ognuno pensa prima di tutto a se stesso, a quello che crede di meritare e pretende di ricevere dagli altri e che non è pronto a dare. La raccomandazione (se non si vuole chiamarla comando) dell’apostolo Paolo di considerare gli altri più importanti di noi non ha più valore. A volte,  neppure nella chiesa.

Se siamo credenti, invece, l’altruismo dovrebbe essere importante. Soprattutto nelle nostre relazioni di  famiglia, che sono spesso le più trascurate e nelle quali tendiamo a prendere molte cose per scontate. Tipo? La  cortesia, la prontezza a individuare i bisogni, la stanchezza, gli umori e i sentimenti dei nostri cari, con le loro tristezze e preoccupazioni.

Finalmente, arriviamo alle domande.

  • Faccio la mia parte per contribuire al buon andamento della famiglia?

Per esempio, offro di sistemare la cucina dopo un pasto. Metto in ordine il bagno dopo averlo usato. Ovvero non lascio in giro sapone, asciugamano e biancheria da cambiare. Aiuto a fare la spesa. Rifaccio il mio letto prima di uscire, per il  lavoro o la scuola. La mia camera non ha l’aspetto di un posto in cui sia passato Attila, flagello di Dio. Non esco di casa dicendo “Tanto, ci pensa mamma”.

Altro esempio. La moglie lavora fuori e, quando torna a casa, ha mille cose da fare. Il marito la guarda, l’ammira e pensa che assomiglia alla donna dei Proverbi, ma lui non muove un dito per aiutarla. Se ne sta a guardare la TV e dice ai figli di non fare chiasso.
I figli grandi che lavorano contribuiscono alle spese della famiglia? Sì? No? Ci pensano?

  • Ferisco i miei cari con parole dure, aspre o critiche troppo affrettate?

Se c’è un posto in cui cadono le difese e le buone maniere è proprio la famiglia. Siamo cortesi con gli altri e scortesi coi genitori, premurosi con gli amici e indifferenti verso i nostri fratelli, esigenti verso la moglie e gentili con la collega, benevole e comprensive con le amiche e acide col marito. “Tanto” diciamo, “in famiglia ci capiamo e sappiamo che ci vogliamo bene”.

Ma un marito che complimenta la moglie e una moglie che apprezza verbalmente il marito, il loro “bene” lo dimostrano.

  • Chiedo umilmente scusa quando ho offeso uno dei membri della mia famiglia?

È facile essere sgarbati con le persone che amiamo di più. A volte, addirittura, siamo cattivi con loro di proposito perché vogliamo sfogare la nostra rabbia per qualcosa che ci è andato storto o riversare su loro il nostro dispiacere per un insuccesso. Quale bersaglio migliore di chi probabilmente ci sopporterà? L’abitudine di chiedere perdono è da coltivare alla grande.

  • Ricevo le scuse degli altri con gentilezza?

Non rispondiamo: “Finalmente l’hai capita!” o peggio ancora: “Non hai fatto che il tuo dovere”. Qualcuno l’ha fatto con me e mi ha fatto molto male. È difficile chiedere scusa a qualcuno: non rendiamoglielo più difficile.

  • Chiedo ai miei cari più di quello che chiedo a me stesso?

Esigo ordine, mentre io sono disordinato o voglio che i miei bambini mi chiedano qualcosa precedendola con la formula “per favore” e io non lo faccio e mi limito a comandare? Chiedo puntualità, ma quando io ritardo faccio finta di niente? Niente disgusta tanto i figli quanto l’incoerenza dei genitori.

Un padre e una madre sono i leader dei loro figli. Da buoni leader, devo essere dei modelli.  Perciò lavorano più dei loro seguaci, non si fanno pregare, non sbuffano. Piuttosto incoraggiano, lodano, incentivano e premiano. “L’azienda famiglia” funziona a meraviglia se la le ruote lubrificate con l’olio dell’ottimismo di genitori che notano e sanno lodare anche il minimo segno di buon funzionamento.

  • Porto pace o discordia nella mia famiglia? Ai posteri (figli e nipoti) l’ardua sentenza.

  • La mia famiglia è contenta di vedermi in casa?

“Quando viene a trovarci la zia Elena, sembra che venga in casa il sole. Quando invece entra dalla porta la zia Erminia, vado a prendere l’ombrello per ripararmi dalla grandine” dicono i nipoti. Sei sole o grandine?

Alla prossima!
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