Se non conosci qualcuno...


Lo diceva un operaio a rischio di licenziamento, intervistato in TV. Diceva una grossa verità. L’Italia è un paese di raccomandazioni. Se non conosci qualcuno o non sei parente di qualcuno (ma qualcuno che davvero conta!) hai poche speranze di trovare lavoro e sistemarti per la vita.

Ma ti devi anche raccomandare al bidello perché tenga un occhio su tuo figlio e lo protegga dal bullo della classe, ti devi raccomandare all’infermiere perché accompagni al bagno il nonnetto smemorato, a un medico perché ti trovi un letto all’ospedale e non ti lascino per giorni su una barella al pronto soccorso. Naturalmente, la raccomandazione funziona se è accompagnata da un incentivo convincente.

Altrimenti, l’infermiere ti risponde, come è successo a me: “Se suo marito cade, lo tiro su”. Gli avevo solo chiesto, anni fa, durante un ricovero all’ospedale, di aiutarlo se vedeva che perdeva l’equilibrio, quando scendeva dal letto.

L’abitudine di chiedere raccomandazioni, secondo me, deriva direttamente (o lo ha determinato?) dall’insegnamento della Chiesa Romana.

Dio non ha tempo di ascoltarti, ti dicono; è troppo occupato con gli affari del mondo, per occuparsi di una creatura come te. Devi avere l’intercessione di qualcuno potente in Paradiso, come la Madonna, o un santo potente (meglio se di recente santificazione, come Padre Pio). Se no, c’è poco da sperare. Perciò, rivolgiti a chi vuoi e ti attira di più e vai avanti a forza di messe, oblazioni, pellegrinaggi, offerte, preghiere  e opere meritorie.

Ma quando mai si sente parlare dell’unico Mediatore e Intercessore, Gesù Cristo? Eppure  la Bibbia parla molto chiaro. Ascoltiamola, perché ha molto a che fare col nostro soggetto di come pregare nel modo giusto.

“Vi è un solo Dio e anche un solo Mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti...” (1 Timoteo 2:5).

“Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo (cioè nella presenza di Dio), per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente, che Egli ha inaugurata per noi attraverso la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede... Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza senza vacillare, perché fedele è Colui che ha fatto le promesse..” (Lettera agli Ebrei 10:19-23).

Non è possibile avvicinarci a Dio in preghiera senza capire la nostra fragilità e indegnità e senza credere fermamente che l’unico nostro mediatore è Il Signore Gesù Cristo. Egli è l’unico che è morto per i nostri peccati ed è stato risuscitato da Dio per la nostra giustificazione.

Lui stesso ha detto: “IO sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Questo non riguarda solo la nostra salvezza eterna, ma anche la nostra comunione giornaliera e costante col Padre su questa terra e la possibilità di parlare con Lui in qualsiasi momento. 

Parleremo ancora di come pregare nel modo giusto per alcune settimane. Alla prossima!
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