Vorrei, ma...

L’ultima domanda del nostro “inquisitore” che ci ha aiutati a fare l’inventario di fine anno è...

  • Ho la tendenza a diventare pigro e sciatto?

Ha finito, la volta scorsa, con l’esortazione a discernere fa operosità e attivismo, e adesso, il suo pendolo va dalla parte opposta e tocca il tasto della pigrizia. Non gli sfugge proprio niente!

Il Libro dei Proverbi ha molto da dire su questo soggetto e considera la pigrizia un grosso difetto che può portare a conseguenze gravi.

Dice, per esempio, che la pigrizia sarà causa di povertà, e questo è logico, che la condotta del pigro è come un sentiero di spine, che dare un incarico a un pigro è come avere il fumo negli occhi e che il pigro prende in mano un boccone e fa perfino fatica a portarselo alla bocca. La Bibbia può essere anche spiritosa!

Tutti, per un verso o per un altro, siamo pigri. La mia pigrizia è totale quando si tratta di cucire un bottone. Forse per te lo è quando si tratta di decidere di mettere ordine in uno di quei cassetti in cui va a finire tutto quello che non vogliamo buttare, ma che non sappiamo dove mettere.

Per gli studenti spesso la pigrizia si manifesta quando è l‘ora di fare i compiti e sparisce quando è il momento della partita da guardare in TV. Per le ragazze si dilegua quando sono sulla poltrona del parrucchiere e diventa mortale quando si tratta di farsi il letto o di appendere i vesiti nell’armadio.

Una pigrizia che non sopporto è quella che accompagna la disubbidienza. La vedo in troppi ragazzi. E vedo troppi genitori che la sopportano come un male ineluttabile.

“Hai fatto i compiti?” chiede la mamma. “No, ma adesso li faccio” risponde il figlio, che non solo non li fa, ma dopo mezz’ora è ancora spamparacchiato sul sofà e manda messaggini e foto agli amici col telefonino.

“Hai fatto i compiti?” insiste la mamma. “No, ma ora li faccio” è la risposta. Se stesse in me, quel telefonino sarebbe confiscato fino a data da destinarsi.

Però la peggiore pigrizia (e un po’ ce l’abbiamo tutti) è quella che si impadronisce di noi la mattina, quando si tratta di alzarsi per leggere la Bibbia e pregare, prima di cominciare le attività della giornata, prima che si sveglino i bambini e prima che la casa si metta in moto. Allora, pensiamo che siamo stanche, che siamo andate a letto troppo tardi, che la giornata, che ci sta davanti, sarà piena e pesante e che leggere la Bibbia tutti i giorni puzza terribilmente di legalismo ed è una pura ipocrisia, se non è fatto con gioia e entusiasmo.

Invece, è la vitamina necessaria per affrontare la giornata protetti contro gli attacchi del diavolo e un aiuto per riuscire a funzionare con le priorità in ordine.

“Ma posso pregare in qualsiasi momento della giornata!” mi dice qualcuna. “Non è necessario che lo faccia, seduta in camera e a una certa ora! Posso farlo anche mentre guido e porto i bambini a scuola, prima di cominciare il lavoro... “Non cessate mai di pregare” dice la Bibbia...” 

È vero: c’è un versetto per tutto. Ma, mettendoti una mano sulla coscienza, mi puoi dire quanto lo fai? Davvero puoi pregare mentre due ragazzini, sul sedile posteriore, litigano su chi ha avuto il cornetto più grande per colazione? E, per di più, il traffico è pesante e rischi di arrivare tardi sia a scuola sia in ufficio? Se sei come me, che di ragazzini ne ho portati in macchina quattro per molti anni, ti dico che in macchina hai pregato poco! 
Molto meglio tirare fuori quei due piedi da sotto le coperte, farti un caffè e cominciare la giornata col Signore.

Lasciamo l’ultima parola all’apostolo Paolo: “Quanto allo zelo non siate pigri, siate ferventi nello spirito, servite il Signore, siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”. Un buon programma per finire l’anno e cominciare il prossimo.
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