Anche la regina ha bisogno della vicina...


Lo dice un proverbio ed è vero: i vicini sono indispensabili. A Castel Madama abbiamo avuto dei vicini meravigliosi: gentili, premurosi e per nulla ficcanaso. Uno è arrivato a arrampicarsi sul nostro balcone e smontare il vetro di una finestra, per aiutarci a entrare in casa, dato che avevamo dimenticato le chiavi, all’interno della toppa della porta principale.

Ai nuovi vicini, che Guglielmo e io abbiamo adesso a Roma, intendo regalare un bel calendario biblico in segno di amicizia. Spero che apra la via a una buona relazione.
L’inventario di oggi riguarda proprio i vicini. Per sentito dire, le beghe di condominio non sono una rarità, perciò un esame di coscienza su queso argomento non sarà fuori posto.

  • Restituisco in ordine perfetto ciò che mi è stato prestato?

Una buona domanda, soprattutto se siamo stati scottati qualche volta. Personalmente, ho trovato danneggiato qualcosa da ospiti che abbiamo avuto. È bene, confessare il danno, ripararlo se possibile. Certo non dobbiamo fare finta di niente.

  • Certi vicini mi danno sui nervi?

È possibile. Io ne ho avuta una che non faceva attenzione se avevo il bucato steso e spesso me lo ha sporcato. L’ho conquistata presentandomi con una torta e la richiesta di dare una guardata prima di bagnare le sue piante. Affare fatto.

È sempre una buona idea cercare di non litigare, anche per il bene del bucato.

  • Provo un costante risentimento contro uno dei miei vicini?

Il risentimento è un peccato. Io non ne ho, ma, se ne avessi, lo confesserei a Dio, chiamandolo “peccato” e poi proverei la via della dolcezza, ovvero di una buona torta, presentata con un sorriso.

  • Critico i miei vicini e ne parlo con altri?

“Chi va sparlando svela i segreti, ma chi ha lo spirito leale tiene celata la cosa”  diceva Salomone  (Proverbi 11:13).  

Più si sta zitti sulle faccende altrui e meglio è. Sempre il Libro dei Proverbi dice che le maldicenze (e io aggiungo i pettegolezzi) sono come ghiottonerie che fanno sempre del male. Vivere in pace equivale a farsi i fatti propri e non occuparsi di quelli degli altri, se non per fare del bene.

  • Tradisco le confidenze che mi sono state fatte?

Idem come sopra.

  • Cerco di influenzare altri a fare ciò che pare a me?

Non conosco le manovre di condominio. Purtroppo conosco le manovre in uffici e organizzazioni. Insistere su ciò che è moralmente giusto è un dovere. Lasciare correre su cose poco importanti è un privilegio.

  • Perdo l’interesse per i miei vicini se non fanno ciò he voglio?

Ho cercato di parlare di Dio, di Cristo e della salvezza a molti vicini. Nessuno si è convertito. La mia amicizia non è finita e neppure le mie preghiere. Di più che si può fare?
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