Ci può portare nel passato con ricordi e esperienze, ci può proiettare nel futuro con l’immaginazione. In un secondo, ci può portare a migliaia di chilometri da dove ci troviamo. Con questa macchina possiamo ricreare colori, paesaggi, odori sperimentati nel passato. È una macchina che nessuno può toccare e nelle cui funzioni tu solo puoi penetrare.
È una macchina, però, di cui il tuo Creatore vuole essere il Signore, perché è Lui che te l’ha data. Perciò ti comanda, nel decimo comandamento: “Non desiderare la casa del tuo prossimo, non desiderare la moglie del tuo prossimo, nè il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”. Oggi parlerebbe dell’ipod, del SUV, della macchina, del conto in banca del tuo prossimo.
Ma perché un peccato così innocente, come un desiderio, che non fa male a nessuno, deve essere menzionato alla stessa stregua dell’omicidio o del furto?
Prima di tutto, perché Dio non tiene solo conto dei nostri atti, ma anche dei nostri pensieri e dei nostri atteggiamenti più nascosti. Per esempio, nel primo capitolo della lettera di Paolo ai Romani, è detto che Dio si adira contro gli uomini che vedono la creazione meravigliosa in cui Lui li ha messi e vivono e “non lo hanno glorificato né ringraziato”. Non si può lodare e glorificare e ringraziare il Signore mentre si desidera ciò che appartiene ad altri.
In secondo luogo, Dio sa molto bene che, di solito, ai desideri e ai pensieri seguono degli atti tesi a soddisfarli. Gesù ha detto che dal cuore, che spesso nella Bibbia è sinonimo della mente, vengono “pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Matteo 15:19). Tutto comincia, come ho detto mille volte, dalla nostra mente.
In terzo luogo, per Dio le classificazioni umane di peccati mortali, veniali, innocenti e inevitabili, piccoli e grandi, non esistono. Per Lui esiste la realtà del peccato che pervade ogni individuo.
Oggi il peccato di desiderio di ciò che altri hanno è sollecitato in tutti i modi. La TV mostra oggetti, luoghi, posizioni e ti dice: “Lo meriti... é tuo se... tu vali... lo devi avere... abbi cura di te... sei importante... la tua amica ce l’ha, perché non lo devi avere anche tu?...mangia questo... bevi quello... vai nel tal posto... questa è la vacanza per te... se non ti piace più tuo marito o tua moglie ti meriti di meglio...”. Dopo un certo tempo, è facile convincersi e agire per procurarsi quello che pensiamo che ci spetti e che ancora non abbiamo.
Giacomo, un figlio di Maria e Giuseppe e fratello di Gesù, ha scritto nella sua lettera che si trova nel Nuovo Testamento: “Da dove vengono le guerre e le contese fra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete, voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male, per spendere nei vostri piaceri” (4:1-3).
Non vi sembra lo specchio della vita quotidiana di chi fissa i suoi desideri sulle cose materiali? Con quali conseguenze prevedibili? Le descrive l’apostolo Paolo: “Quelli che vogliono arricchire, cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati, che affondano gli uomini nella rovina. Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori” (1 Timoteo 6:9,10).
Dio non condanna il benessere, che è piacevole per tutti, ma ne condanna la ricerca affannosa a qualsiasi costo, dettata dall’invidia. E suggerisce e offre anche il modo per superarlo. Eccolo.
“Cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio... Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra... Fate morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria...” (Colossesi 3: 1,2,5).
In altre parole, mettete in ordine le vostre priorità. Cominciate col nascere di nuovo, credendo in Cristo come unico vostro personale Salvatore, Signore e unica speranza. Poi mettete al primo posto, nella vostra scala di valori, l’impegno di piacergli e di fare quello che Lui vuole e indica nella sua Parola. Ogni giorno della vostra vita.
Vi prometto che, se lo farete, sarete contenti e appagati come non lo siete mai ancora stati. E guarderete la Ferrari del vostro compagno di Univesità, figlio di papà ricco e viziato, e penserete: anche la mia PUNTO mi porta dove voglio. E consuma meno.
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