Una nota dolorosa


Il nostro inventario oggi farà male a tutti, cominciando da me. Parla della nostra vita di preghiera. Gli Americani fanno statistiche su tutto e ne hanno fatte anche su quanto tempo i credenti passano in preghiera. Se la statistica dice la verità, pare che la maggioranza dei credenti passi 3 minuti al giorno a pregare e i predicatori ne passino 7.

Spero che sia una statistica fasulla, ma è sicuro che tutti preghiamo troppo poco, anche se si dice che la preghiera sia “il respiro del credente” e “l’arma invincibile della chiesa”.
Sia come sia, ecco le domande dell’inventario. I commenti sono miei.

  • Prego regolarmente ogni giorno? Cerco di vivere ogni giorno in uno spirito di preghiera?

Spero che la nostra risposta sia “sì”.

Una vecchia signora mi ha detto: “Appena mi sveglio faccio una lista di lodi che rivolgo al Signore. Lodo perché mi sono svegliata, posso pensare, vedo i colori del cielo, non mi fanno troppo male le ossa, ragiono abbastanza bene, Dio è con me. In più sono salvata per grazia e so dove mi porta il mio cammino di fede, so che Gesù mi ha salvata e ha pagato ogni mio debito”. Bello, no? Sarebbe quello a cui dovremmo pensare anche noi.

La lode e il ringraziamento devono essere il filo conduttore delle nostre preghiere dalla mattina alla sera. A me piace, ogni tanto, anche ringraziare e lodare “al negativo”.

Facce meravigliate? Ora mi spiego. Per esempio, invece di dire: “Grazie per la mia salute” dico: “Grazie perché non sono malata”. Sembra sciocco, ma prende un grande valore quando le cose vanno un po’ storte o molto storte.

Allora, invece di dire a Dio: “Grazie per il tuo amore” (che in quel momento non riesco a discernere, ma in cui credo), lo ringrazio perché non fa mai niente di cattivo, perché non vuole farmi del male, e perché non è capriccioso. Anche se non lo capisco, gli dico che mi fido di Lui. A me fa bene anche pregare così. È importante essere onesti e non far finta di essere quello che non siamo. Tanto, Dio ci vede fino in fondo.

Vivere in uno spirito di preghiera, vuol dire vedere la mano del Signore in ogni circostanza e ringraziarlo per ogni cosa. Fosse solo perché non abbiamo dimenticato la pentola sul fuoco e non abbiamo bruciato la pietanza, o abbiamo trovato un parcheggio o  abbiamo ritrovato un certo appunto importante che credevamo smarrito.

  • Sono onesto nelle mie preghiere oppure chiedo senza aspettarmi degli esaudimenti?
A me è capitato di chiedere al Signore la conversione di qualcuno e, allo stesso tempo pensare “quello non si convertirà mai!”. Giacomo dice di pregare senza stare in dubbio.

  • Il tempo che passo in preghiera lo uso quasi unicamente per fare delle richieste per me stesso, per il mio lavoro, per i miei bisogni personali e quelli dei miei cari?

Si può essere molto egoisti nel pregare. Pensiamo al nostro bisogno di soldi per pagare il mutuo della casa e preghiamo con fervore. Giustissimo. Ma quanto preghiamo per i credenti in Africa che muoiono di fame e per quelli in Cina o in Corea del Nord che sono in prigione per la loro fede?

Quante volte lo ringraziamo per la libertà di cui godiamo e per le autorità e le leggi del nostro paese che ci permettono di praticare e dichiarare quello che crediamo?

  • Quanto tempo passo nella meditazione sul carattere di Dio? Sulla sua forza, la sua misericordia, la sua tenerezza, la sua santità totale e assoluta, il suo perdono?

Sono sicura che se passassimo più tempo pensando alle caratteristiche del nostro Dio, al suo amore manifestato nel dono del suo Figliolo, e alle sue esigenze, saremmo meno pronti a lamentarci dei nostri problemi e vedremmo nella giusta prospettiva le nostre difficoltà. 
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