La prima evangelista è stata lei!

Gesù aveva circa quaranta giorni e Maria e Giuseppe lo avevano portato al tempio perché fosse presentato al Signore e per offrire, allo stesso tempo, il sacrificio di purificazione per Maria, come prescritto dalla legge. Non potendosi permettere di offrire un agnello, essi avevano portato due tortore o due piccioni, che era il sacrificio dei poveri (se Maria fosse stata concepita senza peccato, come insegna la Chiesa ufficiale, non avrebbe dovuto offrire nessun sacrificio di purificazione. Gesù che era davvero santo e senza peccato non offrì mai i sacrifici prescritti dalla legge di Mosè).

Mentre erano nel tempio, un uomo di Dio, Simeone, a cui Dio aveva rivelato che non sarebbe morto se non avesse visto prima il Messia, prese in braccio il bambino e ringraziò il Signore, proclamando che il piccolo sarebbe stato la salvezza di Israele, la luce del mondo e la gloria del popolo di Dio. Aggiunse anche che sarebbe stato motivo di salvezza e di giudizio e che i pensieri più profondi degli individui sarebbero stati rivelati per mezzo di Lui (Luca 2:29-35).

Maria e Giuseppe ascoltavano meravigliati senza capire il significato di quelle parole. Avevano già dimenticatp quello che l’angelo Gabriele aveva detto e quello che Dio aveva rivelato in sogno a Giuseppe?

Poi si avvicinò ai genitori col bambino una donna di ottantaquattro anni, Anna. Era vedova e stava nel tempio giorno e notte, per pregare, digiunare e servire il Signore. Aveva perso il marito dopo sette anni di matrimonio e da allora aveva consacrato la sua vita al Signore. Non sembra che avesse figli.

L’ho già detto: essere vedova non è mai facile. Ma, a quei tempi, era addirittura grave. Se non c’erano figli o parenti a cui appoggiarsi, lo stato non provvedeva alle vedove alcun aiuto e anche ciò che comandava in loro favore la legge di Mosè era trascurato. Lo si capisce da vari passi dell’Antico Testamento e anche dalle raccomandazioni dell’Apostolo Paolo alla chiesa, riguardo alla loro assistenza.

Anna però non si era scoraggiata. La sua fiducia era in Dio e Dio le parlava in modo speciale. Infatti, è chiamata “profetessa”, appellativo riservato a chi riceveva dei messaggi mirati dal Signore. Insieme con Simeone, lodava il Signore per la venuta di quel Bambino speciale e ne parlava con tutti.

In questo, Anna può essere considerata la prima evangelista. Cosa avrà detto di Lui?

Non lo sappiamo, ma probabilmente avrà citato le promesse contenute nel libro di Isaia, dicendo che si stavano adempiendo finalmente: “Un fanciullo ci è nato... un figlio ci è stato dato... il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, principe della pace.... Che bel messaggio!

C’è molto da imparare da lei.

La sua età non la scoraggiava.

La sua condizione non la limitava.

Lodava Dio: i vecchi si lamentano molto e si rallegrano poco. Spesso fanno fatica a contare le loro benedizioni e notano e enumerano soprattutto le loro difficoltà.

Anna parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Lei aveva visto solo un piccino di quaranta giorni. Noi conosciamo tutta la storia di Gesù, la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione. Conosciamo il suo piano di salvezza e abbiamo la speranza sicura del suo ritorno. Quanto ne parliamo?
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