Parlo di nuovo di Eliseo. Spero che vi interessi. Io lo trovo affascinante.
Una donna e suo marito parlano fra loro. Finanziariamente stavano bene; il marito si occupava della loro terra. Non avevano figli. Abitavano a Sunen, nel nord della Palestina.
“Caro” dice lei, “ho un’idea: c’è un uomo di Dio che passa di qui ogni tanto. È una bravissima persona, un vero uomo di Dio. Fa del bene dovunque va. Quando passa di qui, lo invito a mangiare e a riposarsi... Se sei d’accordo, facciamo costruire una stanza sul tetto, ci mettiamo un letto, una lampada, un tavolo e una sedia in modo che quando viene possa stare un po’ tranquillo...”
“Va bene, facciamo come dici tu” rispose il marito.
Quando la camera fu pronta, quello diventò il rifugio di Eliseo ogni volta che passava da Sunen. Di solito, lo accompagnava un servo che si chiamava Gheazi. Un tipo piuttosto intrapprendente.
“Cosa posso fare per te?” chiese Eliseo alla donna.
“Grazie, non mi manca niente” rispose lei.
Eliseo chiese consiglio al servo, che osservò: “Le manca solo un figlio... ma il marito è vecchio”.
Eliseo fece chiamare la donna e le annunciò che, entro un anno, avrebbe avuto un bambino. La donna pensò che fosse un inganno. Ma così fu. L’anno dopo, lei teneva davvero un bambino fra le braccia. Che grande gioia!
Un giorno, ormai cresciuto, il bambino stava coi mietitori. A un tratto, cominciò a lamentarsi di un gran mal di testa. Un’insolazione, evidentemente.
“Portatelo dalla mamma” ordinò il padre. La mamma cercò di curarlo, ma a mezzogiorno il ragazzo era ormai senza vita. La donna lo coricò sul letto di Eliseo. Non gridò, non si mise a urlare dalla disperazione. Pensò subito a Eliseo.
Corse dal marito, non gli disse nulla del ragazzo, ma gli chese di far sellare un asino, dicendo che voleva andare da Eliseo.
“Proprio oggi?” chiese il marito.
“Sì, ci devo andare!”
“Fate come dice!”
Eliseo era sul monte Carmel, lo stesso monte su cui era avvenuta la grande sfida fra Elia e i profeti di Baal. La strada da Sunen era lunga. Possiamo immaginare l’ansia di quella mamma e quanto avrà pungolato l’asino, perché non si impuntasse e procedesse celermente. Finalmente arrivano dal profeta. La donna entra da lui e gli si butta ai piedi. E scoppiò di dolore: “L’avevo detto io... Perché mi hai ingannata? Il bambino è nato, è vero, ma adesso è morto! Perché?”
Leggete il resto della storia nel capitolo 4 del secondo Libro dei Re, nella Bibbia, e scoprite come Eliseo risuscitò il ragazzo e lo ridiede a sua madre.
Riporto solo l’ultima frase del racconto: “Eliseo lo disse: «Prendi tuo figlio». La donna entrò, gli si gettò ai piedi e si prostrò in terra; poi prese suo figlio e uscì” (2 Re 4:36,37).
Quanta dignità e profondità di fede c’era in quella donna!
Sapeva giudicare giustamente. “È un santo uomo di Dio...” disse al marito, parlando di Eliseo e gli propose la costruzione della stanza speciale per ospitarlo.
Era premurosa. Fece in modo che il profeta avesse un luogo dove riposarsi e abitare in qualsiasi momento, quando era di passaggio nel suo paese.
Era serena. Quando Eliseo le chiese che cosa volesse, non mostrò di desiderare niente di più di quello che già aveva. Una qualità non comune, soprattutto in una donna.
Non perdeva il controllo neppure nei momenti di crisi. Quando Eliseo le disse che avrebbe avuto un bambino, quasi non riuscì a crederlo, ma non è detto che abbia dubitato. Quando le portarono il figlio morente, non perse la testa. Quando il figlio le morì fra le braccia, mantenne un contegno da regina e cercò aiuto dall’unica persona che glielo poteva dare: Eliseo. Mentre Eliseo indugiava non ebbe timore di sollecitarlo. Quando riebbe il figlio vivo, adorò in totale umiltà. Una donna da imitare.
Spero di avervi fatto venire voglia di conoscere di più questo profeta. Ciao!
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