L’amore impossibile con cui amare

Un mio nipote è tornato da poco da un periodo di lavoro e di servizio a Haiti. È andato a aiutare nella ricostruzione dopo il terremoto. È stata per lui un’esperienza importante.

Attualmente un’altra nipote è in Bangladesh e fa uno stage in una missione. Il Bangladesh è uno dei paesi più poveri e dimenticati. Buio sotto tutti i punti di vista.

Questi nipoti hanno deciso di dimostrare in modo pratico l’amore di Gesù alla gente che soffre e ha bisogno di aiuto, in una cultura molto diversa dalla loro. La cosa mi fa piacere e la mia preghiera è che i loro occhi si aprano sempre più per vedere la sofferenza umana e fare qualcosa per lenirla.

L’Apostolo Pietro ha scritto: “Aggiungi alla fede... l’amore “agape”. È l’ultimo dei nostri scalini. Più in su non si va.

L’amore “agape” è un amore simile a quello di Dio. Non è umano, non è sentimentale o emotivo. È un amore pratico e attivo che parte da una decisione.

È l’amore del Samaritano di cui ha parlato Gesù nella sua parabola ben conosciuta.

Il Samaritano ha visto l’uomo ferito, si è fermato senza badare al pericolo che i predoni potessero venire a far del male anche a lui, ha medicato il poveretto, lo ha caricato sul suo animale, lo ha portato in una locanda, ha messo la mano al portafogli e ha pagato per le sue cure. E quando l’amore tocca il portafogli è amore genuino!

È l’amore che agisce: “Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare...”.

L’amore agape è stato mostrato da Dio nel concepire il piano della redenzione, prima che il peccato fosse commesso. È stato dimostrato da Cristo nel mandare ad effetto il piano di Dio, andando a morire sulla croce, perdonando i suoi carnefici e dicendo: “Tutto è compiuto”. Questo è l’amore impossibile, con cui Dio ci chiede di amare.

L’ultima parola spetta a Pietro, che ci ha indicato la scala da salire.

Agape è l’amore che si dimostra con la condotta.

“Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle concupiscenze carnali che danno l’assalto contro l’anima, avendo una buona condotta fra i pagani, affinché... osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà. Perché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti” (1 Pietro 2:11,12,15).

Agape è l’amore che si esprime con la parola.

“Se poi dovete soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomenti la paura che incutono e non vi agitate; ma glorificate il Cristo come Signore, nei vostri cuori. Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni. Ma fatelo con mansuetudine e rispetto e avendo la coscienza pulita...” (1 Pietro 3:14-16).

Agape è un amore pieno di speranza e di fiducia.

“Infine, siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili; non rendete male per male, o oltraggio per oltraggio, al contrario benedite; poiché a questo siete stati chiamati, affinché ereditiate la benedizione. Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso; fugga il male e faccia il bene; cerchi la pace e la persegua, perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere, ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male” (1 Pietro 3:8-12).

E adesso agape è, per noi, amore da praticare.
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