Guardiani poco guardinghi

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“La butterai nel cassonetto della carta?” ho chiesto a una ragazza che stava maneggiando parecchia carta da macero.


“No, tanto va tutto nello stesso posto.”

“Ma mica vogliamo diventare come Napoli e Palermo!” ho risposto.

“Ma lo fanno tutti...”

Proprio dopo aver visto Napoli soffocata dalla spazzatura, e avere apprezzato lo sforzo per ripulire la città, fatto da Berlusconi e Co, mi si è svegliata una coscienza ecologica che non vi dico. Non è comodo fare la raccolta differenziata, perché le fantomatiche istituzioni che dovrebbero provvedere a raccolte e cassonetti comodi non ci aiutano, ma è una cosa giusta ed è una legge da osservare.

“Non c’è nessuna ragione” ho detto alla ragazza, di cui ho parlato prima, “di fare il male perché gli altri lo fanno”.

Non sono diventata una “verde”, anzi a volte mi arrabbio con i “verdi” politici che hanno da ridire su tutto e su tutti e ostacolano anche cose utili.

Però penso che dovremmo, come credenti, metterci la mano sulla coscienza non tanto perché si rischiano le multe a buttare tutto alla rinfusa, ma proprio perché siamo credenti e il Signore ha affidato agli uomini il compito di lavorare la terra e custodirla. Questo lo dice chiaro e tondo il libro della Genesi. Se gli uomini la rovinano, i credenti dovebbero curarla.

È vero che il peccato, compiuto dai primi abitanti della terra, ha cominciato a danneggiarla, ma non è necessario continuare a contribuire a peggiorarne la situazione.

Dio ama la terra, dopo il diluvio ha promesso di non distruggerla più con un altro diluvio e di regolare le stagioni perché la terra produca frutto e nutrimento per la popolazione. Fece istituire perfino una festa per celebrare i raccolti e offrire al Signore le primizie dei prodotti della terra.

Il Salmista Davide ha scritto un inno meraviglioso per cantare la provvidenza del Signore e la sua cura della terra: “Tu percorri la terra e la irrighi, la fai produrre abbondantemente, i ruscelli di Dio sono pieni d’acqua, tu procuri agli uomini il grano, quando prepari la terra, tu irrighi i suoi solchi, ne pareggi le zolle, l’ammorbidisci con le piogge, ne benedici i germogli” (65:9,10).

Dio ama la terra, un giorno il Signore Gesù stabilirà il suo regno proprio sulla terra e ha anche decretato che giudicherà e distruggerà “coloro che distruggono la terra” (Apocalisse 11:18).

E allora, se Dio ama tanto la terra, perché permette inondazioni e terremoti? Nella Bibbia è scritto che Dio ha voluto usare le catastrofi ecologiche per ammonire gli uomini e, di solito, questi non lo hanno né capito né ascoltato. Non sarà mica che Dio sta parlando per mezzo di tanti fenomeni che si verificano oggi (piogge torrenziali, caldo torrido, eruzioni di vulcani ecc.) per parlare all’umanità che non lo vuole ascoltare e ravvedersi?

“E se le cose vanno, in ogni modo, in malora a cosa serve la differenziata e perché farla?” chiedete.

Ho paura che la risposta sia solo una sola: “Perché è giusto farla, per il bene della terra che ci è stata affidata”.

Al tempo suo, Noè per 120 anni ha predicato che un diluvio avrebbe distrutto ogni cosa. Nessuno lo ha ascoltato. Ma lui e la sua famiglia si sono salvati, perché hanno creduto a Dio. E dopo la catastrofe, hanno avuto il privilegio di riprendere a coltivare il pianeta che Dio ha affidato alla cura dell’uomo.
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