I crostini... Contrattacali!

Ancora due passi in salita, oppure due scalini, e avremo terminato di aggiungere delle qualità alla fede con cui abbiamo cominciato.

Oggi l’Apostolo Pietro ci ordina, da parte di Dio: aggiungi alla fede ... l’affetto fraterno.

Il soggetto dell’amore è enorme e la Bibbia ne parla molto.

Dopo la sua resurrezione il Signore ha voluto incontrare i discepoli in riva al mare di Galilea. Lì ha fatto una delle cose più gentili ricordate di Lui nel Vangelo: ha preparato un fuoco per cuocere e ha cotto la colazione per i discepoli stanchi, bagnati e affaticati, da una pesca infruttuosa che era durata tutta la notte.

Dopo la colazione, a un certo punto, il Signore ha preso da parte Pietro e gli ha chiesto per tre volte: “Pietro, mi ami tu?” e per tre volte Pietro gli ha risposto di sì.

La terza volta, alla sua risposta ha aggiunto: “Signore, tu sai ogni cosa e sai che ti voglio bene”.

C’erano molti sottintesi in quelle parole: “Tu sai ogni cosa”. Durante i tre anni trascorsi insieme col Signore e gli altri discepoli, Pietro, spesse volte, aveva parlato a sproposito, si era vantato, aveva dato delle risposte poco savie. Quando Gesù era stato arrestato, aveva mentito, lo aveva rinnegato e si era nascosto. Nonostante tutto, poteva dire che amava il Signore e sapeva di essere amato.

Dopo ogni dichiarazione del suo amore, il Signore gli ha dato un ordine preciso: “Pasci i miei agnelli, pastura le mie pecore, pasci le mie pecore”.

Sembrava che sottintendesse: “Dici che mi ami. Ti credo, e ti dò il modo di dimostrarlo, per mezzo del compito che ti affido. Cura i credenti, istruiscili, pascili e guidali.” Un compito difficilissimo.

I credenti dovrebbero essere facili da guidare, perché conoscono il Signore, leggono la Parola, hanno lo Spirito Santo in loro. Ma non sono sempre facili. Possono essere litigiosi, carnali e disubbidienti. Possono mormorare e criticare quanto i non credenti e dal Libro degli Atti degli Apostoli, vediamo che Pietro ha avuto a che fare con bugiardi e ipocriti, che gli hanno dato del filo da torcere. Nelle sue lettere ha spesso esortato all’amore e alla concordia e ha dovuto mettere in guardia dai falsi fratelli.

L’amore per gli altri credenti è comandato e riguarda anche noi. L’Apostolo Giovanni ha scritto: “Se uno dice: Io amo Dio, ma odia suo fratello è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comando che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche il suo fratello.


“Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiuque ama Colui che ha generato, ama anche chi è stato generato da lui” (1 Giovanni 4:20-5:1). Chiaro, no?

Chiaro, ma non semplice. Quando si visita una chiesa o si frequenta un bel convegno di studi biblici, sembra tutto molto facile. Tutti bravi e cari e tutti ci vogliamo bene.

Ma quando torniamo nella nostra comunità, le cose forse cambiano. C’è sempre chi trova di ridire sulle prediche degli anziani, sul colore della pittura che è stata messa all’ingresso, sul bagno in cui manca il sapone e la disposizione delle sedie durante lo studio del mercoledì.

Che fare? Irritarsi è inutile. Il Signore ha detto: “I poveri li avrete sempre con voi”. Non ha detto che anche i crostini nella chiesa ci saranno sempre, ma ha detto che “avremo tribolazioni”.

Giacomo ci insegna come passare al contrattacco: “Fratelli miei considerate una grande gioia, quando venite a trovarvi in prove svariate...” e Paolo ammonisce: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene”.

Capito? Se uno è difficile, non gli dare corda. Pagagli un gelato e di’ qualcosa di positivo.
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