Guglielmo non è il mio dio, però...

Quando si fa una gita in montagna (io sono nata fra le Dolomiti) viene una specie di frenesia. Vogliamo arrivare sempre un po’ più su per vedere cosa c’è dietro a quella svolta, vogliamo salire fino a quel passo perché ci sarà un gran bella vista dall’altra parte. Andiamo ancora fino a quel dosso... Ed è vero: a ogni passo il paesaggio cambia e si scoprono nuove cose.

Nella nostra salita cristiana, oggi l’Apostolo Pietro ci indica un altro scalino: aggiungete alla pazienza la pietà. Ci aprirà nuovi orizzonti!

In questo passo la pietà non è sinonimo di compassione. Non è quel sentimento che ti spinge a far qualcosa per qualcuno che soffre.

Qui la pietà (pietas, in latino!) indica la riverenza per Dio e un sentimento di grade rispetto per quello che è. È quello che chiamiamo “timore di Dio”.

Non è paura, perché, se lo abbiamo accolto nel nostro cuore e vogliamo vivere per Lui, sappiamo che i nostri peccati sono perdonati e facciamo parte della sua famiglia. Nell’amore perfetto di Dio non c’è posto per la paura. È piuttosto un atteggiamento fatto di molte componenti: sottomissione, ubbidienza, desiderio di fare piacere, servire.

Vi sembrerà strano, ma io lo paragono al mio atteggiamento verso mio marito.

Intendiamoci: lui non è il mio dio in terra. Lui sbaglia, mentre Dio non sbaglia mai. A volte, mi sembra insensibile, mentre Dio non lo è mai. A volte non gli dò ragione, e glielo dico. Con Dio non mi permetterei mai di farlo. Però...

Però, mentre Dio è la Persona a cui voglio soprattutto fare piacere in cielo, mio marito è la persona a cui voglio fare più piacere sulla terra.

A Dio dico: “Padre nostro che sei nei cieli, sia fatta la tua volontà...” e cerco di seguire i suoi ordini, che trovo nella sua Parola. Nella nostra relazione di marito e moglie, la volontà di mio marito per me è molto importante. Perciò cerco di fare quello che gli fa piacere.

Non ho nessuna paura di lui e se un giorno un piatto non mi riesce bene glielo dò lo stesso da mangiare. Ma, dato che so che il cibo gli piace caldo, cerco di darglielo caldo e scaldo pure il piatto in cui glielo servo. E siccome non gli piace la cipolla, non ne compro più. Che problema c’è? Lui viene incontro alle mie fisime molte volte più di me!

Il salmista Davide pregava: “Insegnami a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio; il tuo Spirito benevolo mi guidi in terra piana” (Salmo 143:10). Lo chiedo a Dio ogni giorno anch’io, ma mi sembra anche molto bello potermi consigliare con mio marito e fare insieme i piani per la giornata. Capire quella che, secondo lui, è la cosa da fare.

Sempre Davide, diceva: “Signore, insegnami la via, io camminerò nella tua verità; unisci il mio cuore al timore del tuo nome” (86:11). Qui non c’è solo ubbidienza: c’è sintonia di intenti e di scopi.

E quanto mi rallegra, sapere che con mio marito c’è armonia di pensieri e di progetti. (Trovo sempre triste sentire una moglie che dice: “Mio marito non è d’accordo, ma io lo faccio lo stesso” oppure un marito che strizza l’occhio e confida: “Se mia moglie lo sapesse...”. Ma che matrimonio hanno?).

In tutto il Salmo 119 il salmista esprime un grande rispetto per la Parola di Dio. Per me, è bello sapere che Guglielmo vuole soprattutto onorare Dio, senza scostarsi di una virgola da quello che la Bibbia comanda. So che vuole fare quello che è giusto. Perciò lo rispetto e non trovo faticoso assecondarlo e camminare in sintonia con lui.

E se a volte mi sembra che non abbia ragione, glielo dico. Mica sono timida!

Se succede, ne parliamo e troviamo la soluzione. Dopo 53 anni di matrimonio, abbiamo imparato!

Ci sono ancora un paio di cose da aggiungere... Sarà per la prossima volta.
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