Come mi (ti) vede Dio?

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Sono stata in casa di una signora anziana, molto cara e gentile, che chiamerò Diana, per amore della privacy.

Non la vedevo da alcuni anni e ho fatto fatica a riconoscerla perché è ridotta decisamente molto male. Ha una strana mania: non mangia e rifiuta di mangiare, anche se il suo apparato digerente non ha problemi. Dopo tre bocconi di cibo dice che ne ha abbastanza e rifiuta di continuare a nutrirsi. Perciò è ridotta a uno scheletrino senza forza. La sua memoria è poca e anche la sua capacità di concentrazione è al minimo. Non ha voglia di leggere, non presta attenzione alla TV (non ci perde molto!), non ricorda molte cose. Vorrebbe sempre dormire.

I dottori non hanno un rimedio efficace da proporre, perciò continua a sopravvivere, ma vive male, anche se è circondata da mille attenzioni da parte dei figli e delle nuore.

La conosco da molto tempo e la ricordo attiva nella chiesa, pronta a aiutare figli e amici, con un bel senso umoristico che le faceva cogliere le situazioni buffe e l’aiutava a superare quelle difficili. Aveva un modo specialmente bello nel trattare i bambini.

Nel vederla acciambellata su un divano, come un uccellino caduto dal nido, mi è venuto un pensiero: Diana è stata una credente fedele, che amava (e ama) il Signore, e che, fin da ragazza, ha accolto Gesù nella sua vita come Salvatore e Signore. Perciò il Signore la vede spiritualmente ancora vigorosa, matura e attiva, come una volta. Lui non la vede come la vediamo noi. Per Lui è una figlia che aspetta il momento in cui Lui la chiamerà a casa.

Ma – e qui è il pensiero che mi è venuto - come vede te e me?

Certo, se siamo credenti, ci vede perfetti in Cristo, ma quanto a vita spirituale come ci vede? Come vede tanti credenti vivi, sani fisicamente, sportivi, pieni di vigore, che lavorano, viaggiano, mangiano e si divertono, ma che si nutrono poco della sua Parola? Che vanno alle riunioni della loro chiesa se “si sentono” o se non hanno niente di più interessante da fare, che preferiscono andare a fare una gita piuttosto che passare la domenica coi loro fratelli in fede? Che pregano prima di mangiare, se lo ricordano? Che, quando la cercano, trovano la loro Bibbia sul comodino coperta con un leggero strato di polvere?

Probabilmente li vede magri e denutriti, spiritualmente, come io ho visto Diana. Senza forza e senza voglia di nulla, perché mangiano solo qualche bocconcino spirituale, nel migliore dei casi, una o due volte al mese. E quando vengono le prove e le difficoltà non hanno né la forza né il vigore necessari per affrontarle. Eppure, se si chiede la loro testimonianza raccontano: “Nel lontano (data), al campo di... ho accettato il Signore e ho pregato perché venisse nel mio cuore”, e si credono a posto.

Continuando con la mia allegoria, ho immaginato altri credenti. La fantasia non ha limiti!

Alcuni lo ho visti con un gran testone, per la loro grande conoscenza della Bibbia, ma con le gambette secche secche e rattrappite, perché non attraverserebbero neppure la strada per andare a dare a un vicino un invito alle riunioni di evangelizzazione.

Oppure grassi e pasciuti per la loro assiduità agli studi biblici, ma seduti sulla sedia a rotelle perché amano la vita comoda più del loro prossimo.

Oppure con una bocca enorme, per parlare della fede, ma anche con un portafogli molto gonfio, che non si apre facilmente davanti alla cassetta delle offerte su cui è scritto che Dio ama un donatore allegro. Eh, se non c’è gioia... perché donare?

Ma come vede me, il Signore? Lascio a Lui decidere. Io mi vedo come una persona che ha ancora molto da cresecere e da cambiare. Ma spero che non mi veda come uno scheletrino senza forza. E come vede te?
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