Pagare per accarezzare un gattino?

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Sembra eccessivo, ma la fantasia di chi vuole fare soldi non ha limiti.

A Tokio, ora vanno di moda i “CAT CAFE’”, cioè dei locali in cui gli avventori, per la modica spesa di 6 euro, possono tenere sulle ginocchia per un’ora uno dei molti gattini messi a disposizione dal padrone del locale. Così mentre il gattino fa le fusa, loro lo possono accarezzare, mentre prendono il tè. Pare che il numero degli avventori sia molto aumentato. “De gustibus, non est disputandum...” dicevano i Romani. Probabilmente Totò avrebbe tradotto il detto con: “Sui gusti non c’è da sputare...” invece che “da discutere”.

L’altro giorno, in TV, su un canale privato, ho visto una signora che supplicava, piangendo e singhiozzando, di riportarle il suo gattino. “Ridatemi il mio bambino!” diceva.

Ho anche sentito che c’è la proposta di includere l’animale di casa (mi pare limitato a cane o gatto) nello stato di famiglia.

Per non parlare della pubblicità che parla di cibi speciali e già dosati per gatti e cani, della TV che fa vedere i gatti che mangiano su piatti che sembrano uscire dalla cucina del Grand Hotel. Insomma, penso di essermi spiegata.

In nessun modo, si dovrebbero maltrattare gli animali e chi lo fa è un disgraziato che dovrebbe essere punito. Quando i nostri figli erano piccoli, per la loro gioia, abbiamo avuto in casa una specie di zoo, composto da canarini, cani, pesci rossi, tartaruga, pulcini, criceto. Ai bambini fa bene imparare a amare, rispettare e curare gli animali. E se imparano da bambini, continueranno a farlo da grandi.

È anche vero che, a volte, alcuni animali si comportano come umani, a cominciare dal cane di Ulisse che ha riconosciuto il padrone dopo, mi pare, vent’anni di assenza. Ma bisogna anche capire che sono animali e che non si devono trattare come se fossero umani. Anche se il Papa ha balenato l’idea che ci sia un posto anche per loro in cielo, la Bibbia non dice niente di simile. Gli animali sono per questa terra e l’aldilà è per gli umani.

Dio li protegge e ne ha compassione (nel voler risparmiare Ninive, al tempo di Giona, ha pensato anche a loro), ma li ha creati per l’uomo e per il suo bene. Non ha dato loro un’anima immortale e una libertà di fare scelte morali. Sono programmati per fare quello che fanno e non ci sarà mai un gatto che si comporterà da coniglio, né una rondine che deciderà di farsi un nido simile a quello di un tordo. Finché campa farà il suo nido come Dio ha programmato che facesse.

Perciò sbaglia chi pensa che gli animali facciano scelte personali morali, su cosa sia bene fare o non fare, come sottinteso sempre nei documentari sugli animali che vediamo in TV. Noi non dobbiamo cercare di essere più santi e più savi di Lui.
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2 commenti:

  1. Cara Maria Teresa, io non sono d'accordo con lei, sul fatto che gli animali non abbiano un'anima,
    io ho 2 gatti, completamente diversi l'uno dall'altro, mi creda, se li conoscesse non parlerebbe così.
    Poi le voglio fare un esempio:
    - quando un cane decide di salvare il suo padrone, che magari sta affogando o è in situazione di pericolo, credo che non sia solo l'istinto, ma il grande amore che ha per lui. E chi riesce ad amare, mi creda non morirà, l'amore grande e vero è l'unica salvezza.
    Signora mia la bibbia è antichissima, e non esisteva certo la cultura dell'amore per gli animali, che è arrivata dopo con la nostra evoluzione.

    Vorrei che inoltre non dimenticasse che anche noi siamo animali, certo più evoluti e dotati di ragione, ma dovremmo davvero smetterla di considerarci così superiori. In fondo davanti all'universo siamo veramente un piccolo granellino di sabbia.

    La prego di non volermene.
    Angie.

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  2. Cara Angie, Grazie per avermi scritto e grazie per il tono cortese che hai usato. Non è facile trovare persone che sanno esprimere il loro dissenso con gentilezza! Ti do del tu perché mi pare che sia più diretto e famigliare.

    Penso che molto del tuo dissenso dipenda da un malinteso riguardo alla parola “anima” che io intendevo come “anima immortale o spirito”. Che gli animali abbiano un carattere e una loro personalità è certo e che alcuni si affezionino al padrone che li cura e li protegge è altrettanto certo. Ma che siano immortali la Bibbia non lo dice. Essa, alla quale io credo fermamente, dice che, dopo aver creato gli animali, il Dio trino decise di fare l’uomo a sua immagine e somiglianza, cioè con delle capacità e un’intelligenza diverse da quelle degli animali. Inoltre lo ha creato col piano che esista eternamente. Nessun animale ha le capacità che ha dato all’uomo, come ragionare, inventare, immaginare, decidere, fare scelte morali. Nessuna tigre può decidere di diventare vegetariana e di non mangiare più antilopi!

    L’uomo, inoltre, è stato creato da un atto della volontà divina e un procedimento diversi da quello che Dio ha usato per creare gli animali.

    Che poi la Bibbia, dato che è antica, non avesse una cultura di rispetto per gli animali, non lo credo neppure. Nell’arca di Noè, Dio ha salvato più animali che umani. Gli umani salvati erano sette persone che lo onoravano, a differenza del resto dell’umanità. Gli animali non sono stati scelti per la loro fede, ma perché Dio voleva preservare la loro razza. Ed è Dio stesso che li ha guidati a entrare nell’arca. Per Lui era importante preservarli, mentre avrebbe potuto crearne altri ex-novo, senza alcun problema.
    Ho già detto nel mio post che Dio ha risparmiato Ninive perché c’erano tante persone e animali a cui Dio voleva mostrare la sua benevolenza. Le persone si sono ravvedute, a cominciare dal re fino all’ulltimo servo, e perciò sono state salvate. Gli animali hanno beneficiato del ravvedimento dei Niniviti, ma non avrebbero avuto la capacità di ravvedersi!

    E Gesù, affermando di essere il buon Pastore, ha scelto di paragonare i suoi seguaci a pecore per le quali è stato pronto a morire.

    Angie, penso di essermi spiegata e non credo che valga la pena dilungarci di più. Vorrei però supplicarti di pensare seriamente al fatto che tu, Angie, sei certamente immortale e che in questa vita decidi dove passerai l’eternità. O nella gioia della presenza di Dio se accogli il Signore Gesù come tuo Salvatore e Signore e vivi per onorarlo, oppure nelle tenebre e nel fuoco eterno se non credi in Lui e nel suo sacrificio espiatorio, compiuto anche per te.

    Scrivimi ogni volta che vuoi! Se desideri altre spiegazioni riguardo a ciò che ho scritto nell’ultimo paragrafo qui sopra, sarò molto contenta di spedirtele.

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