Ma che amore è?

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L’amore è sempre stato piuttosto egoista, perché per natura egoisti lo siamo tutti. È egoista, sotto sotto, sia l’amore dei genitori per i figli, del marito per la moglie e quello della moglie per il marito. E così avanti, l’amore per il lavoro, per lo studio, per la società. Facciamo le cose per tornaconto e vorremmo fare solo le cose che ci piacciono. Non parliamo, poi, di quello che i politici chiamano amore per il popolo che governano o vorrebbero governare.

Ma oggi sono totalmente sbalestrata nel pensare quello che la gente riesce a chiamare amore.

Una ragazza, per due volte, cerca di trovare, pagandolo, qualcuno che le ammazzi il padre, perché lo considerava troppo severo e le vietava alcune cose che non approvava. Quando il tentativo di omicidio non è riuscito, l’hanno presa e messa in prigione. Speriamo che ci resti.

Ma quello che mi ha colpita è sentire in TV il suo avvocato (donna, naturalmente) che diceva che la sua assistita aveva mandato a dire al padre che gli chiedeva scusa (mai “perdono”, sempre “scusa”!) e che gli voleva bene. Volere e cercare la morte di qualcuno, che amore è? Non so quale sia stata la reazione del padre.

Una mamma mi ha detto che non sgridava mai il suo bambino (un piccolo incrocio fra un terremoto, un uragano e uno tsunami) perché le dispiaceva troppo vederlo piangere. Ma che amore è?

Un padre manda una lettera di insulti alla maestra dell’asilo, che gli aveva inviato una nota per avvisarlo che il figlio era indisciplinato. Suo figlio è piccolo e deve essere capito!

Un altro padre sa che il figlio si fa le canne e commenta: “Però è un bravo ragazzo”. E per quello che ne so, non prende provvedimenti.

Ogni volta, davanti a cose simili, la domanda si pone: ma che amore è?

La risposta è semplice: non è amore. È puro egoismo. La figlia, pronta a pagare un sicario, non voleva restrizioni per la sua condotta da parte del padre. La mamma, che non voleva far piangere il bambino, non punisce perché ama, ma perché educare un bambino è faticoso, prende tempo e richiede perseveranza. Il padre del bambino all’asilo e quello del figlio che si fa le canne non intervengono perché non vogliono brighe e scocciature.

L’amore vero è pronto a dare tempo, attenzione e cura. L’apostolo Paolo dice che i figli bisogna allevarli in disciplina (fermezza e ordine) e ammonizione del Signore (insegnamento di quello che Dio vuole) senza irritarli, il che significa non chiedere l’impossibile, amarli e esigere quello che è giusto.

Un compito immane. Ma possibile e bellissimo se si comincia dal primo giorno della loro vita.

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