“Sono troppo sola” mi diceva una persona sul treno (lo scompartimento di un treno sembra, a volte, diventare un confessionale. Tutti ti raccontano tutto. Forse lo fanno perché vogliono sfogarsi e sanno che, probabilmente, non ti incontreranno più).
Chi mi parlava era una donna ben vestita. Da come si esprimeva, si capiva che aveva studiato e aveva tutta l’aria di non essere malata. Ma era sola.
Mi ha raccontato che i figli erano lontani e il marito viaggiava molto per lavoro. Lei non sapeva come ammazzare il tempo.
Non è la sola a sentirsi... sola. Siamo esseri sociali, e siamo fatti per stare con altri come noi. Mogli, mariti, vedovi, divorziati, figli, genitori si sentono soli. A volte sembra di essere soli perfino in mezzo a una folla. Anche in chiesa.
Abbiamo bisogno di qualcuno. Perfino, nella perfezione del paradiso terrestre, nel gardino di Eden, Adamo si è sentito un po’ solo. C’erano attorno a lui piante magnifiche, piene di frutti, animali perfetti. Ma... Dio lo vide e disse: “Non è bene che l’uomo sia solo. Gli farò un aiuto adatto a lui”.
Quando gli presentò Eva, Adamo scoppiò di gioia: “Finalmente, ecco una che è ossa delle mie ossa e carne della mia carne! Una simile a me!”. Gli animali ruggivano, belavano, ragliavano... Ma quella parlava ! Che gioia!
Il loro fu un matrimonio perfetto, un’unione meravigliosa. Amore e amicizia fra marito e moglie. Amicizia e armonia con Dio.
Fino a che non vennero la tentazione, la disubbiedienza all’ordine di Dio e la separazione da Dio. Allora cominciò quel senso di insoddisfazione, di solitudine anche, a volte, vicino alla persona più cara. Adamo subito accusò Eva e Eva cominciò a sentire la durezza del maschio (il maschilismo iniziò in quel momento).
La Bibbia racconta di molte persone che si sono sentite terribilmente sole.
Giacobbe che aveva paura e fuggiva da suo fratello, che aveva ingannato.
Anna, che non aveva figli e avrebbe tanto volto avere un suo bambino.
Davide che cercava di fuggire dall’odio del Re Saul.
Elia che temeva la collera di una regina perfida e credeva di essere l’unica persona fedele a Dio in mezzo a un popolo infedele.
L’apostolo Paolo che era solo in prigione a Roma, in attesa della condanna a morte, e senza amici.
Io stessa conosco delle persone molto, ma molto, sole. Donne abbandonate da un marito, che se n’è andato con una più giovane. Mariti credenti con una moglie che non condivide la loro fede. Figli che tirano avanti nella vita senza la comprensione dei genitori e genitori che non si sentono amati dai figli. Vedove. Vedovi. Perfino bambini, che, a volte, diventano disubbidienti e difficili perché troppo soli.
Ne ricordo uno che si è arrampicato sulle ginochia di mio marito e non voleva scendere per nessun motivo.
“Perché non vai a giocare con gli altri bambini?” gli abbiamo chiesto.
“Perché questo è un papà” ha risposto.
Il suo papà aveva lasciato la famiglia e non si era più fatto vedere.
Queste persone come vivono?
Spesso molto male. Alcuni cercano di superare il problema: invitano a casa amici, viaggiano, telefonano, mandano messaggini. Altri si ammazzano lavorando. Altri passano la vita lamentandosi. Altri, un po’ a denti stretti, la buttano in ridere e citano il proverbio: “Meglio soli che male accompagnati”. Per ritrovarsi di nuovo soli.
Ma non è necessario continuare per sempre così. Ne parliamo la prossima volta.
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