Rallegratevi!

Dopo la mia parentesi in ospedale, torniamo alle meditazioni, sulle buone raccomandazioni dell’Apostolo Paolo contenute nel capitolo 12 della lettera ai Romani.

L’ultima raccomandazione di cui abbiamo parlato riguardava il servizio. L’esortazione di oggi è bellissima: “Siate allegri nella speranza”.

Per il credente, la gioia è un ordine. “Siate allegri”, gioiosi, felici. In un’altra sua lettera, quella ai credenti di Filippi, Paolo ripete molte volte: “Rallegratevi, da capo vi dico: rallegratevi!”.

“Ma rallegratevi per che cosa?” chiedete. Con l’aria che tira, la crisi e il governo che cambia non c’è molto, se non niente, per stare allegri.

Giusto. Certamente, non mettiamo le nostre speranze negli uomini. Tempo fa ho sentito un comico che diceva: “I politici fanno promesse a cui non credono, nella speranza che ci credano i cittadini”. Parole sante.

La nostra gioia, vera e duratura, dipende da ben altro.

“Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” ha detto Gesù ai discepoli che si compiacevano dei loro successi spirituali (Luca 10:20). E subito dopo ha pregato per ringraziare il Padre perché le cose profonde di Dio le capiscono le persone semplici, e non i “savi e gli intelligenti”.

Se hai accolto Gesù nel tuo cuore, hai accettato il dono della sua salvezza, automaticamente il tuo nome è stato scritto nei registri del cielo, in quello che la Parola di Dio chiama il libro della vita. E nessuno lo può cancellare. Perciò hai tutti i diritti di rallegrarti!

La gioia di appartenere al Signore per sempre deve essere la fonte della nostra gioia. Una gioia che deve traboccare in testimonianza.

Perciò parliamo della nostra fede. Rallegriamoci di poterlo fare. Quando qualcuno accetta il messaggio del Vangelo e si salva, c’è festa in cielo e nel nostro cuore.

E quando le cose vanno male, e ci sono problemi, che si fa? Paradossalmente, l’ordine è di nuovo quello di rallegrarsi. Ascoltiamo l’Apostolo Pietro: “Carissimi, non vi stupite per l’incendio che divampa in mezzo a voi [le persecuzioni che voi subite] per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano” (v. 12).

Oggi va di moda, in alcuni ambienti il “vangelo del benessere” per cui si predica che il vero credente non avrà mai problemi di salute o finanziari. Niente di più cretino! La Parola di Dio non ha mai promesso niente di simile. Anzi, Gesù stesso ha avvisato che i suoi seguaci avrebbero avuto tribolazioni.

Ascoltiamo di nuovo Pietro: “Anzi, rallegratevi in quanto partecipate alle sofferenze di Cristo, perché al momento della rivelazione della sua gloria, possiate rallegrarvi e esultare. Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi!” (vv. 13,14).

Oggi viviamo in una certa pace e con libertà. Rallegriamoci.

E se domani dovesse finire? Continuiamo a rallegrarci. Il meglio deve ancora venire!
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