Verso la fine del suo ministero terreno, Gesù raccontò una parabola a un gruppo di religiosi del suo tempo. Era gente che conosceva molto bene le profezie dell’Antico Testamento, anche quelle di Isaia. Erano uomini che lo odiavano e lo volevano morto.
Ecco la parabola in riassunto. Un padrone diede in affitto
la sua vigna a dei vignaioli e poi partì per un lungo viaggio. A un certo
punto, mandò dei servi per ricevere il frutto della sua vigna dai coltivatori,
ma questi li malmenarono e ne uccisero alcuni.
Mandò altri servi. Stesso trattamento.
“Manderò mio figlio, lo rispetteranno” disse fra sé.
I vignaioli uccisero anche il Figlio.
“Quando verrà il padrone stesso cosa farà?” chiese Gesù
retoricamente, concludendo la parabola. La risposta era ovvia. Li punirà e darà
la vigna ad altri.
Infatti la conclusione di Gesù fu proprio: “Perciò vi dico
che il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.
Chi cadrà su questa pietra rifiutata (Lui stesso) sarà sfracellato ed essa stritolerà
colui sul quale cadrà” (Matteo 21:44,45).
In questa parabola c’era molto della storia del popolo di
Israele ribelle e caparbio. Era stato scelto per essere il testimone del vero
Dio fra gli altri popoli e aveva una “vigna” in affitto, cioè viveva nella
Terra Promessa, da cui avrebbe dovuto diffondere la Parola di Dio.
Ma fu ribelle nei riguardi di Dio e dei suoi servi, i
profeti e coloro che predicavano la legge del Signore. Quando, in un momento
preciso della storia, Dio mandò sulla terra, in Palestina, suo Figlio stesso. Lo
uccisero.
Isaia aveva appena scritto “un bambino ci è nato”. Lo Spirito Santo lo spinse a aggiungere
subito “un figlio ci è stato dato”
(9:5). Secoli prima che accadesse, scrisse quello che l’evangelista Giovanni ha
raccontato e che Gesù ha confermato, dicendo a un religioso del suo tempo: “Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni
3:16).
Paolo lo conferma: “Quando
giunse la pienezza del tempo (ovvero quando i tempi furono maturi), Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato
sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge” (Galati
4:4).
Gesù venne sulla terra. Con la sua vita perfetta dimostrò di
essere Dio, compì tutto ciò che la legge di Dio ordinava, adempì le profezie
che erano state scritte su Lui in passato. Chiamò il suo popolo al ravvedimento
e fu respinto.
Morì al posto dell’umanità peccatrice e oggi estende il suo
invito alla salvezza a chiunque si rivolge a Lui con fede.
“Venite a me voi
tutti…” dice. Lo senti? Non lo respingere.
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