Siamo arrivati alla seconda tornata di ciò che la salvezza NON
è e da che cosa NON dipende. Ci siamo lasciati, la volta scorsa, che dovevamo
parlare di come Dio si comporta coi cattivi, dal momento che non può prendere
con sé i “buoni”, perché contaminati dal peccato. Che ne fa di loro?
- La salvezza NON dipende dall’aver vissuto una vita buona, onesta e morale.
Quando era sulla croce, Gesù soffriva pene fisiche terribili
e il peso di ogni peccato mai commesso sulla terra era su di Lui, innocente e
perfetto Figlio di Dio. Come ha detto l’Apostolo Paolo “è stato fatto peccato” per noi.
Altri due delinquenti erano crocifissi ai suoi lati e lo
prendevano in giro. Se era davvero quello che diceva di essere perché non
scendeva dalla croce e non liberava anche loro due?
Poco tempo dopo, però, uno dei due delinquenti, mosso da
timore di Dio, ha cominciato a ragionare diversamente. Si stava rendendo conto che
quell’uomo che stava morendo con loro non aveva fatto niente di male e che era
veramente innocente, mentre loro erano colpevoli e degni di condanna. Perciò si
rivose verso Gesù e gli disse: “Ricordati
di me, quando sarai venuto nel tuo regno”.
E Gesù pronunciò la parola più chiara possibile: “Io ti dico che oggi tu sarai con me in
Paradiso” (Luca 23:40-43.
Era stato un delinquente, ma moriva salvato. Quanta vita
morale aveva vissuta? Poca o niente.
- La salvezza NON dipende neppure dalla buona volontà e dai nostri sforzi.
Allora, si deduce, che anche chi sale la Scala Santa a Roma,
chi si flagella fino a sanguinare come fanno molti all’avvicinarsi della Pasqua
nelle Filippine, chi è pronto a qualsiasi sacrificio e sofferenza pur di
guadagnarsi un posto in cielo, si sforza inutilmente? Sì. Infatti, come
potrebbe mai sapere se si è sacrificato abbastanza?
Nella Lettera scritta ai Romani che soffrivano la
persecuzione a causa della loro fede, Paolo ha detto che la salvezza: “Non dipende né da chi corre né da chi
vuole, ma…”.
“Da che cosa, allora?”
“…da Dio che fa misericordia!”
(Romani 9:16).
- Per finire, la salvezza NON dipendende neppure dall’aver seguito la religione giusta.
Nel
suo sermone sul monte il Signore Gesù pronunciò delle parole terribili: “Non
chiunque mi dice: Signore, Signore! Entrerà nel regno dei cieli. Molti mi
diranno in quel giorno: «Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome
tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti?». Allora,
dichiarerò loro: «Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!»”
(Matteo 7:21-23).
Ma, allora, se non dipende dalle mie buone opere,
dalla mia religiosità, dalla buona volontà che ci metto, da cosa dipende la
salvezza?
- La salvezza dipende UNICAMENTE dalla grazia di Dio, cioè dal favore immeritato che Dio mi offre per i meriti di Cristo.
Ne parliamo la prossima volta. Anzi ve ne parlerà
direttamente S. Paolo.
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