Io mi godo la vecchiaia per varie ragioni. Ho potuto
delegare alcune responsabilità, quando salgo nella Metro alcuni si alzano e mi
cedono il posto e i miei capelli bianchi, pettinati all’antica, fanno una certa
tenerezza.
“Mi fai ricordare mia nonna” mi dicono alcuni. Altri dicono
che gli ricordo la mamma. Nessuno mi ha detto ancora che gli ricordo la
bisnonna, ma verrà presto anche quel momento.
Ma a me la vecchiaia piace perché posso guardarmi indietro e
“vedere” quanto Dio ha lavorato anche in un paese duro e insensibile al Vangelo
come la nostra Italia, in cui la chiesa ufficiale è riuscita a vaccinare la
gente contro la verità pura e semplice del Vangelo, offrendogliene solo un
pizzico, mischiato a quintali di superstizione.
Quando ho cominciato a servire il Signore “a pieno tempo” (come
si usa dire, poco biblicamente perché “a pieno tempo” dovremmo esserlo tutti),
i credenti fedeli alla Parola di Dio erano veramente pochi. Se in una chiesa
c’erano venti o trenta membri era già bello. I campi biblici non esistevano e
neppure le scuole bibliche. I corsi biblici per corrispondenza erano sconosciuti
e le librerie evangeliche si potevano contare sulle dita di una mano. Di
stazioni radio o TV evangeliche non se ne parlava neppure.
Oggi tutte queste cose esitono e sono apprezzate da alcuni.
Era un tempo in cui c’era tutto, o quasi tutto, da iniziare.
Ed era entusiasmante viverlo.
Era un tempo perfetto? Una specie di “Paese di Bengodi” in
cui tutti si convertivano? No. Lavorare per incoraggiare la gente a leggere la
Bibbia, a credere nella verità era spesso scoraggiante, esattamente come lo è
oggi.
Distribuivi cento o mille inviti per una riunione speciale e
quasi nessuno si presentava. Offrivi libri a prezzi irrisorii e pochissimi
compravano. Organizzavi un convegno e molte sedie rimanevano vuote.
“Allora, cosa godi nel guardare indietro?” chiedete.
Godo perché vedo che Dio, dopo tutto, ha operato,
benedicendo il lavoro e la fatica dei suoi credenti fedeli. I campi per giovani
e ragazzi portano frutto di conversioni e consacrazioni, i convegni sono ben
frequentati, nuove sale di culto si aprono e nuovi libri di studio della Bibbia
si pubblicano. Le decine di credenti di una volta sono diventate centinaia e,
forse, anche migliaia.
Vado nelle chiese e molti mi dicono che si sono convertiti
in campi per ragazzi, che sono stati aiutati da questo o quel libro. Altri
hanno trovato la fede per mezzo dei contatti su Internet. E, ogni volta, il mio
cuore si riempie di gratitudine e di lode a Dio.
Non per questo mi siedo solo a guardare e a rallegrarmi. Il mondo peggiora di giorno in giorno e c’è ancora tanto da fare. Le moltitudini sono ancora composte da persone simili a pecore sbandate e senza pastore, ma so che anche se di giorno in giorno sembra che non succeda nulla di incoraggiante o di eclatante, il Signore è al lavoro.
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