Cambiare si può



Con questo slogan, Obama ha vinto il suo mandato, anche se in meglio ha cambiato ben poco. Ma non parliamo di Obama: parliamo di noi.

Siamo tutti creature abitudinarie. Abbiamo delle buone abitudini: ci spazzoliamo i denti prima di andare a letto e quando ci alziamo la mattina, ci laviamo le mani prima di mangiare. Lo abbiamo fatto fin da quando eravamo bambini. Se non lo facciamo, non ci sentiamo a posto.

Abbiamo anche delle brutte abitudini che non riusciamo a toglierci, come agitare senza soluzione di continuità una gamba quando siamo seduti, quasi avessimo il ballo di S.Vito, oppure mangiare troppo, non alzarci quando suona la sveglia o arrabbiarci mentre guidiamo.

Tutti sappiamo quali sono le nostre cattive abitudini e sappiamo che dovremmo cambiarle. E qui casca l’asino, perché troviamo delle scuse. A volte ci diciamo che siamo fatti così, altre volte ci convinciamo che non sono problemi gravi e non ci pensiamo più. Altre volte decidiamo di cambiare e ci sforziamo a cambiare per un po’ di tempo. Poi… patapumfete lo rifacciamo!

Come dico e dirò fino alla morte, i buoni proponimenti veri, quelli che si riescono a mandare a effetto, partono da una convinzione e da una decisione della mente. Perché lo voglio fare? Lo faccio per questo e questo e questo. Senza convinzioni non si va da nessuna parte.

Una delle convinzioni più forti viene dalla Parola di Dio, potenziata dallo Spirito Santo, quando ci mostra la necessità di cambiare qualcosa.

Per esempio, troviamo quel passo nella seconda lettera di Pietro che ordina di aggiungere alla nostra pietà… “la pazienza”. Quella parola “pazienza” si ingrandisce e diventa a caratteri cubitali. È chiaro: Dio mi dice che devo cambiare e mi ordina di essere più paziente.

Oppure leggiamo: “Non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi?” e quelle parole acquistano un nuovo significato. Immediatamente pensiamo al nostro vizio di fumare, di mangiare troppa cioccolata o di bere troppo caffè. Lo stesso può succedere, quando leggiamo un versetto che ti ordina di non criticare o di non immischiarti nei fatti degli altri.

Quando capisci che la tua abitudine non onora Dio, hai già un buon incentivo. Perciò decidi di non mangiare troppo (naturalmente da lunedì prossimo!), non per essere più carina, ma per onorare, per ubbidire a Dio e vuoi fargli piacere.

Ma come fai? Impara a sostituire. Ecco come: hai l’abitudine di sgranocchiare noccioline o popcorn o patatine, mentre guardi la TV? Per cominciare non ne comprare più (neppure se sulla busta c’è scritto che non contengono grassi!) e poi, quando ti metti sul divano a goderti la serata preparati un piattino con un po’ di carote, sedano e finocchio a fettine e sgranocchia. Le prime volte ti sentirai come un martire del primo secolo, ma poi ci prenderai gusto. E la tua spalla ti farà male dalle pacche di autocompiacimento che ti darai!

E se hai l’abitudine di criticare, sostituiscila con l’impegno di dire una cosa positiva e gentile. Dato che stai facendo una cosa che Dio approva, Lui ti darà la forza di farlo.

Ne parliamo ancora la prossima volta. Ci sono altri aiuti e trucchi per migliorare. Però cominciamo con quello che abbiamo detto oggi! 
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