Io sono cresciuta in una famiglia piuttosto austera in cui,
anche se ci volevamo bene, le effusioni non erano comuni. Le manifestazioni di
mio padre consistevano solo nel chiamarmi qualche volta “cicetta”,
accarezzandomi i capelli. Il che mi mandava al settimo cielo dalla gioia.
Quanto a mia mamma… lasciamo perdere.
È importante e noi cerchiamo di farlo in famiglia. Lo
facevamo coi figli quando erano a casa e non abbiamo timore di continuare ora
che siamo vecchi e tutti i figli sono lontani.
Ma quella di lodare, incoraggiare, e apprezzare è una
pratica da usare in ogni famiglia.
A tutti noi piace essere lodati se abbiamo fatto qualcosa bene
e apprezzati se abbiamo fatto qualcosa di buono. Le lodi spronano a fare meglio.
Gesù, che era il Figlio di Dio, perfetto e infallibile, usava
lodare (“Non ho mai visto tanta fede in
Israele”, “Va bene, buono e fedele
servitore”, “Ha fatto quello che
poteva”, “Ha scelto la buona parte”)
e non c’è una lettera dell’apostolo Paolo in cui non ci sia una qualche lode. Perfino
riusciva a lodare i credenti di Corinto! L’apostolo ricordava il bene che gli
era stato fatto e non mancava di ringraziare.
Lodare non è facile, perché è sempre più facile vedere i
difetti e notare le pecche delle persone. La critica e la maldicenza salgono (e
purtroppo escono dalla bocca) più facilmente delle parole di incoraggiamento e
d’affetto. A parte il fatto che quando dimentichiamo di lodare ci diamo la
zappa sui piedi. È risaputo che i dipendenti rendono di più se lodati e i
parenti ti vogliono più bene se sei gentile.
Come si esprime a voce l’amore?
Beh, l’ho detto. Ringraziando per qualcosa di gentile fatta
di recente (possibilmente durante la giornata appena trascorsa). Oppure con una
parola di apprezzamento veritiero sul fisico o sul carattere (anche gli uomini
non ne rimangono insensibili).
Ora una mia amica dice: “Ma mio marito ha la pancia!”.
Allora lodalo per la sua voce, il modo in cui si cura, la sua capacità di
valutare le situazioni, il suo buon senso. Qualcosa di buono devi pur trovarlo!
Mica hai sposato un incrocio fra Dracula e una scimmia, spero!
Digli: “Tu sei l’unico della mia vita”. Gli farai piacere.
A tuo figlio di’ che è bello averlo per figlio, che sei
fiera di come si comporta a scuola, che apprezzi che non è un perditempo. Alla
figlia puoi dire che ti piace vederla nuotare in piscina e trovare per lei un
complimento speciale.
Vi sembra artificiale? Non lo è. È solo un modo di essere
cortesi. Ultimamente sono stata con una donna che non faceva altro che
lamentarsi. Sono riuscita a dirle che mi pareva che si lamentasse un po’ meno
del solito. Evidentemente le cose andavano meglio. Ci credete? Mi ha detto che
sì, un po’ meglio andavano!
Dopo tutto le parole buone e gentili sono ordinate da Dio. “Nessuna parola cattiva (il testo
originale dice “puzzolente”) esca dalla
vostra bocca;ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno,
ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29).
Un buon avvertimento, non vi pare?
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