Tu sei quello che pensi



“Il tale mi ha fatto questo e questo. Perciò io gli farò così e così e gli dirò così e così. Glielo farò vedere io chi ha ragione! ... E se non lo capisce con le parole, passerò ai fatti...”.

La  quarta delle sette cose che Dio odia è  “il cuore che medita disegni iniqui” (Proverbi 6:18).

Il cuore è importante. Nel linguaggio biblico,  è il centro del nostro essere e la sede dei nostri sentimenti. La Bibbia dice del cuore umano che “è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno” (Geremia 17:9) e Gesù ha affermato che “dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Matteo 15:19).

Come Gesù ha inteso dire, ciò che pensiamo si traduce in azioni. Se coltiviamo e accarezziamo pensieri malvagi, compiremo azioni malvagie. È il principio di causa ed effetto.  

Un esempio classico si trova nei primi capitoli della Genesi.

Adamo e Eva erano stati allontanati dal  bel giardino in cui Dio li aveva messi al principio, perché avevano disubbidito all’ordine di Dio di non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.  Però, prima di allontanarli, Dio aveva insegnato loro, in maniera grafica, che per ottenere il suo perdono era necessario il sacrificio di una vittima che moriva al loro posto (il che prefigurava, già allora, il sacrificio di Cristo sulla croce). Infatti, aveva rivestito Adamo e Eva con le pelli di due animali uccisi al loro posto.

Adamo e Eva, evidentemente, avevano insegnato questa verità ai loro due figli, Abele e Caino, che crescendo, cominciarono a offrire anche loro dei sacrifici a Dio. Ma non nello stesso modo. Abele offrì un agnello, che Dio gradì, mentre Caino offerse i frutti della terra che lui aveva coltivata.

Dio non gradì l’offerta di Caino (quando Dio detta delle regole precise, bisogna tenerne conto e ubbidirle!) e, racconta l’autore della  Genesi,  “Caino ne fu molto irritato e il suo volto abbattuto. Il Signore disse a Caino: Perché sei irritato? E perché hai il volto abbattuto? Se agisci bene non rialzerai il volto? Ma se agisci male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono rivolti contro di te; ma tu dominalo!” (4:6,7).

L’irritazione e il cruccio, invece, rimasero nel cuore di Caino.  Pensieri di odio e di vendetta si fecero strada e albergarono nel cuore di lui. Finché “un giorno Caino parlava con suo fratello Abele, e trovandosi nei campi, Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l’uccise” (v. 8). I pensieri negativi di Caino, che Dio chiama, nel passo dei Proverbi, “disegni iniqui” erano diventati azione tragica e violenta.

Non è possibile evitare che dei pensieri malvagi assalgano la nostra mente e scendano nel nostro cuore, anche se siamo credenti. Si spera che rimarranno solo pensieri, ma saranno ugualmente pericolosi, perché avranno l’effetto di un tarlo velenoso.

Perciò, per prima cosa, dovranno essere chiamati col loro giusto nome: peccato e dovranno essere confessati a Dio col desiderio e l’intenzione di abbandonarli.

Poi, se per esempio, siamo stati offesi dalle azioni di qualcuno, dobbiamo perdonare chi l’ha fatto. Questo ci aiuterà a vincere il rancore, o la rabbia o il desiderio di rivincita, sia che ci chieda perdono o no.  Il perdono è sempre ordinato da Dio e è un’ubbidienza. In più, ci fa del bene.

In terzo luogo, se possibile, dovremo cercare la riconciliazione. Vada come vada, avremo fatto la nostra parte. E, almeno, non avremo nel nostro cuore dei pensieri che Dio detesta. E sarà già molto.
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