“Mamma, credi davvero che Dio abbia creato anche le zanzare?”
“Mamma, come fa Dio a tenere appese le nuvole in cielo, anche quando scappano?”
“Perché Dio mi dà buchi ai denti se mangio le caramelle?”
“Perché è morto il mio nonno e quello di Gigi è ancora vivo e gioca con lui?”
I bambini fanno delle domande che ti stupiscono. Come genitori, siamo i loro primi maestri. Bisogna rispondere loro onestamente, senza dire: “Sei troppo piccolo per capire”. Le domande che ho elencate i miei bambini me le hanno fatte. Insieme con centinaia di altre, e ho risposto come meglio sapevo. Per esempio...
“Forse, quando Dio le ha create, le zanzare erano più gentili e non pizzicavano. Poi, sono diventate più cattive.”
“Sì, Dio usa il vento per tenere appese le nuvole e le fa andare dove Lui vuole. No, non le tiene legate al guinzaglio come un cane.”
“I buchi ai denti vengono se non li lavi bene con lo spazzolino. Sono fatti con un tipo di roba che si rovina con lo zucchero, ma Dio ha fatto anche inventare il dentifricio. Così i buchi non vengono.”
“Dio ha pensato che era bene prendere con sé il tuo nonno che era tanto malato e aveva tanto dolore alla pancia. Adesso sta molto bene con Gesù. Il nonno di Gigi sta bene e non ama Gesù. Bisogna pregare per lui e per Gigi”.
Se c’è un tempo utile in cui cogliere le occasioni – TUTTE le occasioni – per parlare ai bambini di Dio è proprio quando sono piccoli e la loro mente è pronta a assorbire la verità, senza obiettare e senza discuterla.
Io ricordo molto bene mia nonna Maria che leggeva la sua Bibbia seduta su una poltrona e mi diceva spesso che Gesù era andato in cielo a prepararci una casa. Io pensavo che veramente Gesù la sera doveva essere molto stanco se fabbricava tante case, ma l’idea mi piaceva. Ora, che sono vecchia, il concetto di Gesù che ci preparava un posto in cielo, mi piace ancora di più e so che Lui non si stanca.
Nella Bibbia ci sono molte storie di uomini di Dio che sono stati istruiti da piccoli nelle vie del Signore e che non hanno mai dimenticato quello che avevano imparato.
Uno era Timoteo. Era un ragazzo cresciuto in una famiglia “divisa”, in cui il padre greco, probabilmente, non era credente. Ma il nome che gli era stato dato significa “timorato di Dio”. Un bell’augurio!
Sua mamma e sua nonna erano due donne ebree, che amavano l’Antico Testamento e che hanno istruito il figlio e nipote nelle vie del Signore.
C’era, di sicuro, la possibilità che Timoteo seguisse la cultura greca del padre, che diventasse un pagano, dato che viveva in una città molto pagana. Ma, fin da piccolo, la mamma e la nonna hanno costruito una specie di barriera nella mente di Timoteo, per mezzo della verità della Parola di Dio. Quella Parola mise radici solide e profonde.
Quando l’Apostolo Paolo visitò per la prima volta Listra, la città dove abitava Timoteo, probabilmente la mamma, la nonna e Timoteo stesso si convertirono al Vangelo. Durante una seconda visita di Paolo, Timoteo che era già considerato un “discepolo” dagli altri credenti e Paolo lo prese con sé come collaboratore.
“Non ho nessuno come lui” scrisse Paolo, più tardi, in una sua lettera. L’insegnamento e l’esempio della mamma e della nonna avevano portato un buon frutto duraturo.
Se hai bambini piccoli, inculca in loro l’amore per Dio e per la sua Parola. Se hai un fratellino o una sorellina, fai lo stesso. Se insegni nella scuola domenicale, idem. Semina con fede. Qualche seme attecchirà.
Ma perché dico “qualche” seme? “Molti” semi attecchiranno, se approfitti con fede delle occasioni che Dio ti dà!
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