La mèta è in vista!


Durante la seconda guerra mondiale vivevo a Genova e frequentavo l’Università.

Ad un certo momento, l’appartamento, in cui abitavo coi miei genitori, è stato requisito dai militari tedeschi e abbiamo dovuto trovare un’altro posto in cui vivere. Siamo sfollati in un paesino nell’entroterra ligure, in una vallata parallela alla Riviera di Levante.

Per non perdere anni, ho continuato a studiare a casa per conto mio. Quando era il tempo di esami, andavo a darli a Genova. Alcuni, per prudenza, si sono svolti addirittura nel sotterraneo della Facoltà di Lettere!

I treni non funzionavano più, di corriere non se ne parlava, perciò andavo a piedi con altri camminatori (circa 30 chilometri ad andare e altri 30 a tornare), camminando sui binari della ferrovia un traversino dopo l’altro. Chi ha fatto quel viaggio in treno sa che i tunnel si sprecano, dato che le colline della costa ligure hanno i piedi nel mare e, per farci passare i treni, ci vogliono molte gallerie.

La galleria che passava sotto il promontorio di Portofino era, ed è, lunghissima e diritta. Camminavamo al buio. Però avevamo il grande vantaggio di poter vedere la fine del tunnel. All’inizio era grande come una monetina da un centesimo, ma col passare dei chilometri, quel puntino luminoso si ingrandiva e ci dava il coraggio di proseguire la strada. I piedi facevano male e le gambe erano molle, ma si continuava un passo dopo l’altro. Non parliamo delle vesciche ai piedi che si sviluppavano.

Nel cammino cristiano, a volte, la strada è piuttosto buia e assomiglia a un tunnel. Ma la mèta è sicura (mentre noi, all’uscita del tunnel della ferrovia nel viaggio verso Genova, non sapevamo mai cosa avremmo trovato: i Repubblichini di Mussolini, le SS tedesche o i partigiani?) e l’Apostolo Pietro la descrive molto bene: “Il Dio d’ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente. A Lui sia la potenza nei secoli dei secoli. Amen” (1 Pietro 2:10,11).

È incredibile il condensato di concetti che gli apostoli potevano mettere in un solo versetto! Ci state a fare un po’ di analisi? I puntini di sospensione nelle parentesi, stanno lì perché ci possiate aggiungere del vostro.

Il Dio (onnisciente, onnipotente, onnipresente, sovrano, buono, giusto, santo, pietoso, ecc.) di ogni grazia (donatore di ogni possibile favore immeritato, come la vita, il respiro, l’intelligenza, la forza, la salvezza eterna, la guida dello Spirito Santo...);

il quale vi ha chiamati (personalmente, per nome, immeritatamente, solo perché ci ama e ha deciso di provvedere il rimedio per il nostro peccato, per mezzo di suo Figlio Gesù Cristo, e farci dono della salvezza eterna...);

vi ha chiamati alla sua gloria (alla presenza stessa di Dio nello splendore del cielo, la luce perfetta, la purezza, la musica e i cori celesti mai sentiti, la comunione col Salvatore e Signore risuscitato, un corpo nuovo, una mente pulita e purificata, l’assenza di qualsiasi ombra di peccato…);

alla sua gloria eterna in Cristo (uno stato di perfezione che non finirà mai, un eterno presente di gioia, purezza, soddisfazione, ottenuto gratuitamente in virtù di tutto ciò che Cristo ha fatto e compiuto, soffrendo al nostro posto. Nel godimento della sua presenza e con la possibilità di adorare perfettamente e con un cuore purificato...):

dopo che avrete sofferto per un breve tempo (le difficoltà, a volte, sembrano durare a lungo, ma a paragone con l’eternità saranno un niente) vi renderà perfetti, saldi, fermi e stabili (non più cadute, non più peccati da confessare, perdoni da chiedere o da dare, non più dubbi, né tentazioni…)

Che meraviglia!

Perciò, con la mentalità del pellegrino e la tunica ben rimboccata, proseguiamo la strada verso la mèta. Vedremo la gloria eterna e andremo di sorpresa in sorpresa!
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