È risorto!


Sarà una mia impressione, ma mi sembra che nelle nostre chiese si parli più della morte del Signore Gesù Cristo e del suo ritorno, che della sua resurrezione. È vero che si adora il Signore risuscitato e ora nella gloria celeste, ma al fatto stesso della sua resurrezione, si accenna poco.

Però, gli apostoli la sottolineavano ogni volta che predicavano e erano pronti a morire proclamadola. Era il segno del trionfo assoluto del loro Maestro sulla morte e sulla condanna del peccato.

Gesù è morto al nostro posto come sacrificio espiatorio perfetto, ma se non fosse risuscitato, quali sarebbero le conseguenze?

Ascoltiamo l’Apostolo Paolo che ne parla, con la logica stringente che lo contraddistingueva, nel capitolo 15 della sua prima lettera alla chiesa di Corinto. Alcuni membri non credevano che la resurrezione dei morti fosse possibile.  Riporto, riassumendoli, alcuni pensieri tratti dal libro sull’aldilà di René Pache.

  • Se Cristo non fosse risuscitato, non ci sarebbe speranza neppure per noi. La resurrezione di Cristo e la nostra sono legate in maniera indissolubile  (vv.12,13).
  • Cristo stesso avrebbe mentito, poiché più volte ha affermato che sarebbe risuscitato  (Matteo 17:22,23; Marco 9:30; Luca 1:31,32;  Giovanni 2:19). Come  credere in un Salvatore bugiardo?
  • Anche l’Antico Testamento, in cui la resurrezione del Messia è profetizzata, ad esempio in Isaia 53:10-12, sarebbe smentito e perderebbe il suo valore.
  • Gli scritti degli apostoli sarebbero opera di falsi testimoni farneticanti (vv.14,15).
  • La nostra fede sarebbe vana, il contenuto dei Vangeli non avrebbe valore , (vv.14,17) e l’opera di Cristo sarebbe una favola. Noi saremmo ancora peccatori perduti, ingannati e senza speranza (vv.17-19).
  • * Le sofferenze della chiesa primitiva e il martirio dei cristiani, che basavano la loro fede sul Cristo risuscitato come prova della sua deità e dell’approvazione di suo Padre, sarebbero state inutili (vv. 30,31).
  • I materialisti avrebbero ragione nel dire “Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo” (v.32). Se la vita finisse qui, sarebbe giusto e logico darsi alla pazza gioia e vivere come animali!

Ma Cristo è risorto e vivente. Perciò, in questi giorni, pensiamo un po’ meno alle tradizioni, alle uova con la sorpresa, alla colomba con le mandorle e all’agnello che si arrostisce in forno, e gioiamo nella realtà straordinaria della resurrezione e della gloria che, come credenti nel Cristo risorto, ci aspetta.

E mettiamo in pratica la conclusione del discorso di Paolo: “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (v.58).

E tutti insieme diciamo: “Alleluia!”.
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