Abbiamo visto un “angelo di luce”!

Suona il campanello. Vado a aprire alla porta e trovo sul pianerottolo due donne gentilissime. Dall’aspetto capisco che devono essere due religiose. Penso che siano delle Testimoni di Geova, ma sono troppo gentili e poco aggressive per esserlo.  

Vengono dalla parrocchia e mi danno un invito, elegante e ben stampato, per assistere a una serie di conferenze sui “misteri” della Chiesa.

Parliamo a lungo. Io dico che sono evangelica e loro dicono che va benissimo, perché siamo tutti cristiani.  Io dico che seguo solo ciò che dice la Bibbia e che conosco il Vangelo e lo leggo giornalmente e loro dicono che è meraviglioso e che tutti dovrebbero farlo. Dico che non sono Testimone di Geova e loro si congratulano.

Poi cominciano a farmi domande precise su ciò che credo e parliamo a lungo. Se ne vanno con in borsa un bel foglietto di evangelizzazione dal titolo “La promessa del Paradiso”*, che spiega molto chiaramente la via della salvezza, solo per grazia e non per opere meritorie.

Mi hanno fatto simpatia, dato che sembravano così sincere e desiderose di parlare di Gesù. “Quasi quasi” mi sono detta, “vado almeno a una delle conferenze. La parrocchia è pure molto vicina a casa e non ci perderò molto tempo!

Così, una sera che non avevamo impegni, ci siamo andati, mio marito e io. Ad ogni buon conto, mi ero preparata due buste con due libretti: “Ma dimmi un po’... esistono ancora differenze fra cattolici e protestanti?” scritto da me e “Speranza” * scritto da Guglielmo.  Speravo di darle alle due donne che erano venute a bussare alla porta.

L’oratrice era Madre Trinidad de la santa Madre Iglesia, fondatrice dell’Opera della Chiesa e dedicata a essere “testimone provvidenziale delle verità della fede”.

Già ci vuole un bel coraggio a prendere un nome simile e a presentarsi con simili credenziali, ma ce ne vuole molto di più a permettere che si dica che chi avrebbe assistito alle sue conferenze avrebbe ottenuto l’indulgenza plenaria, cioè il perdono di tutti i peccati commessi fino a quel momento. Mica poco!

La serata a cui abbiamo assistito era dedicata al mistero di Maria. E Madre Trinidad quante ne ha dette!

Per dirne alcune, ha affermato che Maria era nata senza peccato e che lo sapeva. Che aspettava solo il momento in cui sarebbe diventata “madre di Dio”, e che da sempre era in attesa dell’angelo che le avrebbe detto che, finalmente, era incinta. Che non ha mai sbagliato, che ha dato solo (e dà tuttora) buoni consigli a Gesù, che è la mediatrice di tutte le grazie, perché solo lei capisce i peccatori e che, dopo la resurrezione di Gesù, era così ultrasanta, senza peccato e divinizzata, che l’hanno dovuta portare in cielo al più presto, perché stava per diventare dio.

Eppure i Vangeli dicono che Maria si è meravigliata e spaventata alle parole dell’angelo, che ha parlato di Dio “mio Salvatore”, quindi di considerava peccatrice come qualsiasi altra donna, che, almeno una volta, ha pensato e detto che Gesù era “fuori di sé”. Ma che vangeli legge la grande madre Trinidad?

Ce n’era abbastanza da gridare.

Alla fine c’è stato un tempo per commenti e domande. Il tutto molto ordinato e ben organizzato col parroco che si prodigava a offrire il microfono, trotterellando fra una panca e l’altra. Ho alzato la mano e ho chiesto: “Come si concilia quello che lei ha detto con le parole di Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» e le parole di S. Paolo: «C’è un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo uomo»”?

Madre Trinidad ha farfugliato un po’ e ha passato celermente la palla al parroco che, molto presto, ha chiesto: “Altre domande?”.

Me ne sono andata via col cuore che mi batteva furiosamente. Mi sembrava di essere un incrocio fra Lutero e Calvino.

Una donna si è avvicinata e mi ha detto: “Mi è piaciuto il suo intervento!”.

E le buste coi libretti? Una l’ho regalata a Madre Trinidad e l’altra al parroco.

La Parola di Dio dice che Satana gira attorno di solito come un leone ruggente, cercando chi può divorare, ma che, a volte, si traveste da “angelo di luce”. Guglielmo ed io pensiamo di averne visto almeno uno.

* Se me lo chiedi, ti manderò uno degli stampati che ho nominato.
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