“Ciao, Signore. Come stai?”

“Ciao, come stai?” diciamo a un collega quando entriamo in ufficio, levandoci la giacca. Poi ci mettiamo a fare i fatti nostri, senza quasi aspettare una risposta.

Ho paura che, a volte, facciamo esattamente lo stesso col Signore. Ci mettiamo a pregare, ma pensiamo ad altro. Siamo affrettati e soprappensiero. Gli diciamo “ciao, come stai” e ci limitiamo a mandargli poi delle specie di telegrammi, o SMS, per chiedere aiuto o conforto. E pensiamo di avere pregato e fatto il nostro dovere .   

Invece, faremmo bene a tenere conto di ciò che dice l’Ecclesiaste: “Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio (per noi quando ti metti a pregare) e avvicinati per ascoltare, anziché per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure che fanno male.

“Non essere precipitoso nel parlare e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio; poiché Dio è nel cielo e tu sulla terra; le tue parole siano dunque poche, poiché con le molte occupazioni vengono i sogni e con le molte parole vengono i ragionamenti insensati” (5:1-3).

Dobbiamo imparare a stare più zitti davanti a Lui, soprattutto quando cominciamo a pregare, e mettere a tacere le mille cose che ci passano per la testa e la lista di ciò che dobbiamo fare e che interferiscono nella nostra comunione con Lui.

Il Signore Gesù ha insegnato ai suoi discepoli che, quando volevano pregare, dovevano entrare nella loro cameretta, chiudere la porta, lasciare fuori i richiami del mondo, per cercare la presenza di Dio, del Signore dell’universo. Egli è Dio, è l’Onnipotente, l’Altissimo, Il Signore della gloria. Dobbiamo entrare alla sua presenza  “in punta di piedi” e con grande rispetto.

Per cominciare, il nostro primo desiderio deve essere quello di portargli la gloria che gli spetta.

Gesù lo ha fatto, Lui che era Dio, rivolgendosi al Padre con grande rispetto nella sua meravigliosa preghiera riportata nel Vangelo di Giovanni, cap. 17 (magari imparassimo a pregare come pregava Lui!). Lo ha anche insegnanto ai discepoli nella “preghiera modello”, il Padre nostro.

Ripassiamola.
 
“Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome”
Dio è l’unico Signore, il solo che deve essere adorato e il suo nome deve occupare un posto speciale (deve essere santificato e messo a parte) nel mio cuore. Deve essere al di sopra di qualsiasi altra cosa, affetto e progetto.

“Venga il tuo regno”
Egli è il Signore e il re, oltre che il Padre. Devo permettergli di regnare nel mio cuore, nei miei pensieri e nelle mie azioni. Il suo onore deve essere il mio unico scopo. Devo ubbidire a tutto ciò che dice.

“La tua volontà sia fatta”
In ogni momento della mia giornata, devo volere realizzare la sua volontà nella mia vita, facendo quello che la sua Parola dice, senza  lamentarmi o impuntarmi. Devo fare agli altri quello che vorrei che facessero a me. Sottomissione totale, dunque, che mi piaccia o no.

Dopo di che, potrò presentargli la mia lista di richieste, sempre seguendo l’ordine del “Padre nostro”, chiedendo il pane quotidiano, il perdono dei peccati, la liberazione dalle tentazioni. Insomma, la forza per vivere giustamente e per funzionare come un vero figlio di Dio.

E che il Signore ci aiuti a farlo con la potenza del suo Spirito e la forza della sua grazia!
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