“Pregate per me”

Questa frase, scritta da un uomo di Dio forte e deciso come era l’Apostolo Paolo, mi commuove. Un tipo come lui, a cui Dio rivelava misteri e ispirava lettere di contenuto denso di significato eterno, si pensa che non avrebbe avuto bisogno delle preghiere di persone semplici e bisognose di crescere spiritualmente, come erano i cristiani della chiesa primitiva. Eppure...

Eppure l’ha pronunciata, aggiungendo anche dei soggetti specifici come “una grande franchezza” nel proclamare il Vangelo (Efesini 6:19), sostegno mentre era in prigione (Colossesi 4;18), conforto morale (1 Tessalonicesi 5:25), liberazione (Filemone 21). 

La preghiera è un qualcosa di misterioso, che non riusciamo a capire fino in fondo. Io prego, mentre sono a Roma, e Dio agisce nella vita di qualcuno a Palermo o in Perù. Chiedo una cosa che mi sembra quasi impossibile e, nel momento in cui ne ho bisogno, la ricevo. È ome se una rete invisibile legasse me a centinaia di altre persone credenti e ci unisse fino al cielo, dove abita Dio.

D’altra parte, dato che Dio è anche ovunque, è anche una conversazione con una persona amorevole che sta al mio fianco e a cui posso dire tutto e chiedere tutto; una persona saggia e onnipotente che mi può dare tutto, ma che mi dà solo quello che è per il mio bene. Che meraviglia!

Pregare gli uni per gli altri è un ordine divino.

Ricordo che, anni fa in America, in una chiesa sperduta fra le colline della Pennsylvania, due donne anziane hanno detto a me e a mio marito: “Da quando siete stati qui, anni fa, mia sorella e io abbiamo pregato ogni giorno per voi”. Chi lo avrebbe immaginato? Quali e quante benedizioni hanno contribuito a riversare su noi quelle due vecchiette? Non lo possiamo sapere.

Paolo ha ordinato: “Pregate in ogni tempo , per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza. Pregate per tutti i santi (i credenti) e per me...” (Efesini 6:18,19).

E ha dato anche dei soggetti specifici: “Esorto, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re (quello al suo tempo era, niente po’ po’ di meno, che Nerone!), e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità” (1 Timoteo 2:1,2). Quanto preghiamo noi per i nostri governanti? Certo meno di quanto li critichiamo.

Le nostre preghiere devono essere precise, non tanto perché Dio abbia bisogno di spiegazioni come uno scolaretto, ma perché a noi farà del bene constatare che ci ha risposto riguardo a ciò che gli avevamo chiesto. Anche se ci risponde con un “no”.

Il Signore Gesù, poi ci ha ordinato, addirittura, di pregare un preghiera molto difficile: “Pregate per quelli che vi maltrattano e vi perseguitano”.  Essere perseguitati e trattati male è difficile da sopportare. Quando succede, la preghiera più spontanea è quella per essere liberati. Invece Gesù ha detto di pregare per, cioè per il bene di chi ci fa del male. È esattamente quello che ha fatto Lui, mentre moriva sulla croce.

Questa è una lezione importante da imparare. Stai pregando per il tuo datore di lavoro? O per quella certa sorella in fede che non ti saluta mai con gentilezza? O per un certo parente che, se può, dice male di te? Pensaci.

Ma c’è dell’altro. Ne parlamo la prossima volta.
.

Nessun commento:

Posta un commento