Arrivati? Non ancora.

“Ti senti arrivata nella tua vita spirituale?” mi ha chiesto una giovane donna poco tempo fa.

“Misericordia, no!” ho risposto. “Anzi, più invecchio e più mi sento conscia della mia peccaminosità. Il versetto che più mi incoraggia è quello che dice che “in me, cioè nella mia carne (in me stessa) non c’è alcun bene”. Perciò ogni giorno chiedo al Signore di aiutarmi a stare vicina a Lui, per peccare il meno possibile.

Perfino Spurgeon chiedeva in preghiera al Signore di aiutarlo a essere santo, quanto un povero peccatore, salvato per grazia, può esserlo”. Figuriamoci!

Il peggiore rischio per un credente è sentirsi e pensare di essere arrivato, di sapere tutto e di avere la risposta giusta per ogni problema. Anzi di saperne, qualche volta, una più del Signore.

Non ci credete? Allora, mettendovi una mano sulla coscienza, ditemi se non vi è mai capitato di dire: “La Bibbia lo dice, ma io penso che...”?

Il migliore antidoto per l’orgoglio spirituale è invece specchiarsi nella Parola di Dio e misurarsi con gli standard di Dio. Tipo “siate santi perché io sono santo” o “siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste”. O ancora fare propria l’esortazione di Paolo a essere imitatori di Cristo e di Dio (1 Corinzi 4:16 e Efesini 5:1).

A pensarci, c’è da prendere una pala, fare un buco in terra per nasconderci. Grazie a Dio, che siamo salvati per grazia!

Il salmista pregava: “Apri i miei occhi e contemplerò le meraviglie della tua legge” (Salmo 119:18) e Salomone racconta che, quando era ancora un bambino tenero, suo padre gli diceva: “Il tuo cuore conservi le mie parole; osserva i miei comandamenti e vivrai; acquista saggezza, acquista intelligenza (capacità di comprendere)... il principio della saggezza è: acquista la saggezza. Sì, a costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza” (Proverbi 4:3-5,7). In un altro passo, afferma che la saggezza si deve scavare come un tesoro, come l’argento e l’oro, per imparare il timore dell’Eterno (Proverbi 2:4,5).

Dunque, arrivati, qui sulla terra, mai. Ma a scuola, sempre.
Personalmente penso che per tutta l’eternità continueremo a imparare e a scoprire le meraviglie di Dio. Oggi, è vero, abbiamo “la mente di Cristo” (1 Corinzi 2:16), cioè lo Spirito ci aiuta a pensare secondo i pensieri di Cristo, ed è già una cosa meravigliosa. Ma quando saremo col Signore, conosceremo pienamente.

Abbiamo ancora tanto da approfondire, ma facciamo nostre le parole dell’Apostolo Paolo che di preghiera s’intendeva molto: “Io piego le ginocchia davati al Padre del nostro Signore Gesù Cristo, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché Egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché radicati e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi (i credenti nati di nuovo), quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Efesini 3:14-19).

Di cosa parleremo la prossima volta? Ancora della preghiera. Poi volteremo pagina, come dicono al telegiornale.
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1 commento:

  1. CIAO
    Mi ha fatto piacere trovarmi quì nel tuo blog .Complimenti scrivi davvero molto bene .
    condivido .
    Buon inizio di settimana Lina.

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