Perché perdonare se...

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“Perché devo perdonare mio marito se mi chiede perdono per la stessa cosa in cui ricasca sempre?” mi ha chiesto una moglie che, per amore di privacy, chiamerò Silvana. La risposta è semplice: perché ti chiede perdono e il perdono non si può né si deve rifiutare.

Come sarebbe se Dio ci dicesse: “Ti ho già detto mille volte che non devi preoccuparti e tu continui a arrovellarti per questo e per quello: «Avremo abbastanza soldi per pagare il mutuo? Mio figlio si farà male giocando a calcio? Mio marito che è precario perderà il lavoro?» E così avanti con una lista infinita. La prossima volta che ti preoccupi non ti perdonerò più. Mi son stancato”.

Dio non lo fa, perché è un “gran pedonatore” e avrebbe tutti i diritti di farlo, perché è anche un “giusto giudice”. La lettera ai Colossesi dice che dobbiamo perdonare come Dio ci ha perdonati. Nessuno di noi meritava di essere perdonato, e Dio Padre ha fatto cadere su Gesù la colpa di ogni nostro peccato. Ora può perdonare chi comprende di essere un paccatore senza speranza e gli chiede perdono. Non credo che potremmo essere più giusti e più santi di Dio, ma a volte ci comportiamo come se lo fossimo. E sbagliamo e pecchiamo di orgoglio.

Quando io non perdono accumulo una forte dose di rancore e di rabbia nel mio cuore e il rancore non fa stare male chi mi ha offeso, ma fa stare male me. Mi rode, si ingrandisce, mi fa venire l’ulcera, mi rende ostile e sempre sulla difensiva. Se non perdono, pecco. Come ho letto anni fa su Selezione, “chi non perdona è come uno che beve veleno e aspetta che l’altro muoia” .

Sappiamo molto bene come è andata fra Pietro e il Signore. Pietro ha chiesto al Maestro quante volte avrebbe dovuto perdonare uno che peccasse contro di lui e gli facesse un torto. Sette volte, sarebbe stata una quantità accettevole? Probabilmente a Pietro sembrava già il colmo della magnanimità

“Non sette volte” ha risposto Gesù, “ma settanta volte sette”. In poche parole, sempre.

Come si chiede perdono e come si concede il perdono? Il processo è molto semplice, ma è poco praticato.

Chi ha sbagliato va dalla persona che ha offesa, ferita, maltrattata e dice: “Ho fatto questo e questo e ti prego di perdonarmi” (Oggi si dice “Ti chiedo scusa”. Non è giusto. La parola scusa, implica una giustificazione. Il perdono si deve chiedere senza cercare attenuanti).

La persona offesa non dice: “Non importa, non ci pensare, va bene lo stesso”. Dice: “Ti perdono, perché hai fatto questo e questo”. Dopo di che, la faccenda è fatta e finita. Non ci si torna più sopra.

Questo è il perdono biblico. Chi lo pratica con serietà, si trova bene. È un processo che ha salvato molti matrimoni, molti colleghi e molte famiglie. Prova anche tu, Silvana, per rendertene conto!
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3 commenti:

  1. Il perdono ha dei limiti a parer mio e se una qualsiasi persona ricade sempre nello stesso errore vuol dire che sfrutta la bontà di chi le sta accanto.

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  2. Certo, certo, perdoniamo se il marito tradisce, se il marito picchia a sangue i figli e la moglie, perdoniamolo, dato che semplicemente ha chiesto 'perdono".

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  3. Cara anonima, ero sicura di avere risposto ai tuoi commenti.

    Se un marito è come quello che descrivi e pesta con ira moglie e figli, l’unica cosa da fare è andare a denunciarlo ai Carabinieri. Sperando che ti prendano sul serio. Non c’è nessuna ragione di rimanere a vivere, sottomettendosi a uno che mette in pericolo te e i figli.

    Quanto al perdonare se ricade nello stesso peccato, bisogna vedere fra peccato e peccato. Se non alza il sedile della tazza del water (come mi ha telefonato una moglie) penso che si fa prima a rimediare che a fare una scenata. Probabilmente, quando era bambino non glielo hanno insegnato.

    Se, invece, il peccato è serio. Per esempio, se continuasse a metterti le corna e ogni volta chiedesse di essere perdonato, sarebbe un altro caso. Ovviamente non è giusto. Dovresti cercare di capirne il perché e decidere se ci sono motivi di famiglia sufficienti per trovare un rimedio o pazientare. Alcune donne ci riescono, altre no. E,a volte, un chiarimento o forse un richiamo da uno che lui rispetta fanno miracoli.

    Però, qualunque cosa lui faccia, e qualunque cosa tu decida di fare e di quale provvedimento prendere, è importante che, nel tuo cuore, tu lo perdoni davanti a Dio, come ha fatto Gesù sulla croce nei riguardi dei suoi carnefici. Il perdono non annulla il male che l’altro fa o ha fatto, ma fa bene a te e ti permette di decidere più chiaramente su come reagire.

    Scrivimi anche personalmente. Se vuoi.

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