Ma perché non torna?


“Chi ha tempo, non aspetti tempo”, ho detto la volta scorsa. In altre parole, il tempo che hai usalo bene e non buttare via le buone occasioni che ti si presentano.

Prima di tutto, se non hai ancora pensato a fare sul serio col Signore riguardo alla tua salvezza eterna, datti una mossa, perché domani forse non avrai più il tempo di farlo. A questo proposito, Gesù ha accennato a Noè che per 120 anni, mentre costruiva l’arca, prima che venisse il diluvio, parlò del giudizio di Dio, senza essere ascoltato da nessuno.

Anche l’Apostolo Pietro ha parlato di Lui, con la saggezza pratica del vecchio popolano e per ispirazione dello Spirito Santo: “Sappiate questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi e diranno: ‘Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione’... Ma voi, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa : per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno... Il giorno del Signore verrà come un ladro...” (2 Pietro 3:3,4,10). Perciò non c’è da scherzarci su.

È vero che, ogni tanto, come nella primavera passata, spunta un cretino che dice di sapere che, in un certo giorno, ci sarà la fine del mondo e ne dà pure la data e poi è smentito dalla realtà. Ma il fatto rimane che è importante fare oggi quello che non si sa se si potrà fare domani. Nessuno di noi sa quando il Signore metterà la parola “fine” alla nostra vita o sarà il momento del suo ritorno. Qui sulla terra si decide il nostro destino eterno.

Se oggi siamo ancora nel tempo in cui la grazia è offerta a tutti, Pietro ce ne spiega la ragione. “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni, ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento” (v.9).

Ecco perché il Signore non torna ancora a prendere coloro che gli appartengono e non scatena ancora i suoi giudizi, che saranno peggiori del peggiore tsunami conosciuto e dei peggiori cataclismi mai avvenuti. Egli allunga la sua pazienza, ritarda la sua venuta e aspetta che altri si ravvedano. È paziente e, dato che vive in un eterno presente, non calcola il tempo come noi. Ma, ad un certo punto, interverrà nel tempo e dirà basta. 

Perciò: chi ha tempo, non aspetti tempo!

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