Venuto per essere schiavo

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Non sarebbe giusto finire questa nostra breve carrellata di servitori, più o meno buoni, senza parlare del servo per eccellenza, del servo perfetto: il Signore Gesù Cristo.

Nell’Antico Testamento è chiamato “il servo dell’Eterno”. Isaia, 52:43-45, dice di Lui: “Ecco, il mio servo prospererà, sarà innalzato, esaltato, reso sommamente eccelso. Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti (tanto era disfatto il suo sembiante al punto di non sembrare più un uomo e il suo aspetto al punto di non sembrare più un figlio d’uomo) così molte saranno le nazioni di cui egli desterà l’ammirazione. I re chiuderanno la bocca dinanzi a Lui, poiché vedranno quello che non era mai stato loro narrato, apprenderanno quello che non avevano udito”. Che compendio in poche righe! C’è tutto: la venuta del Messia, l’incarnazione, la sua vittoria, la sua sofferenza e il suo martirio, il suo trionfo finale.

Isaia 53:11,12 afferma: “Dopo il tormento dell’anima sua vedrà la luce, e sarà soddisfatto; Per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà Egli stesso delle loro inquità. Perciò gli darà in premio le moltitudini...”

Di nuovo il Messia sofferente e vittorioso è descritto come “servo”, servo dell’Eterno.

Quando è venuto sulla terra, più di 2000 anni fa, si è presentato come Colui che era venuto per fare la volontà del Padre celeste, e ha detto: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Marco 10:45). E alla vigilia del suo sacrificio sulla croce ha detto ai discepoli: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve” (Luca 22:27).

Nelle nostre Bibbia il termine greco, doulos, è tradotto con “servo”, ma con più precisione dovrebbe esser reso con “schiavo”. Gli antichi non avevano servi: avevano schiavi senza volontà propria e alla totale mercé del loro signore. Erano proprietà assoluta di colui che li aveva comprati.

In questo senso, il passo nella lettera ai Filippesi, cap. 2, prende un significato ancora più forte. “Cristo Gesù... pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma spogliò se stesso, prendendo forma di schiavo, divenendo simile agli uomini” (vv. 6,7).

Schiavo di suo Padre, pronto a ubbidire fino alla morte più terribile sulla croce.

Come serviva il Signore?

Era consacrato dallo Spirito santo, pieno di potenza e andava “dappertutto, facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (Atti 10:38). Quanta gente ha guarito, quanti lebbrosi ha toccato, quante lagrime ha asciugato!

Serviva con compassione (Luca 6:34). Una volta aveva preso una barca coi suoi discepoli, per andare in un luogo tranquillo e riposare un po’. Arrivati a destinazione, si trovò davanti una moltitudine. Ne ebbe compassione, la istruì e poi la sfamò moltiplicando cinque pani e due pesci dati da un ragazzo.

Ho visto un guaritore evangelico in America che, sotto una grande tenda da circo, assicurava guarigione a chi si fosse fatto avanti. Non ho visto compassione nei suoi occhi: solo arroganza e presa in giro. Per non parlare di alcuni suoi collaboratori, seduti nella fila dietro a me e mio marito, che ridevano di chi andava a farsi guarire. Avrei voluto mettermi a gridare!

Gesù serviva anche quando avrebbe voluto essere in incognito. Lo fece, per esempio, quando una povera donna pagana gli chiese con umile insistenza la guarigione della sua bambina indemoniata (7:24).

Serviva anche quando non toccava a Lui. Lo ha fatto, quando ha lavato i piedi ai suoi discepoli e perfino a Giuda che lo tradiva (Giovanni 13:1-5). Lo ha fatto perché li amava e ha dato un esempio a tutti noi. Se mai ha preso il posto di uno schiavo, è stato proprio in quel momento!

E poi, cosa che mi commuove ogni volta che la leggo e che ci penso, faceva pure degli extra! Era già risuscitato, aveva compiuto l’opera di salvezza, sarebbe presto tornato da suo Padre. Eppure non prese le ferie. Aspettando i suoi discepoli sulle rive del Mare di Galilea, preparò loro una colazione facendo arrostire del pesce sulla brace. Sapeva che erano stanchi, fradici e che aveano bisogno di conforto. Perciò il Signore della gloria, si mise a pulire il pesce, a accendere il fuoco, a spezzare del pane, per preparare loro una sorpresa! (Giovanni 21:9-13).

E noi che ci irritiamo se qualcuno ci viene a trovare senza averci avvisati e dobbiamo dargli da mangiare e da dormire! Che il Signore ci aiuti a imparare a servire come serviva Lui. Ne parliamo la prossima volta.
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