“Signore, non ce la faccio più!”

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Elia aveva riportato una straordinaria vittoria spirituale contro i profeti di Baal. Erano 450, tutti mantenuti, con altri 400 profeti di Astarte, dalla regina Izebel, moglie del re Achab.

Elia li aveva fatti radunare, alla presenza del re sul Monte Carmel, e li aveva sfidati. “Voi costruite un altare e metteteci su un toro, fatto a pezzi. Poi chiedete al vostro Dio che faccia scendere il fuoco dal cielo e bruci la vittima. Io farà lo stesso e vediamo qual è il dio più potente”. Affare fatto.

I sacerdoti di Baal cominciarono la mattina a invocare il loro Dio. Ma non successe nulla.

Poi fu il turno di Elia che mise il suo toro tagliato a pezzi sulla legna, lo inzuppò di acqua e pregò Dio: Scese un fuoco che asciugò l’acqua e consumò il toro.

La gente che osservava diede gloria a Dio e poi, per ordine di Elia, afferrò i profeti di Baal dal primo all’ultimo, li portò giù verso un torrente e lì Elia li uccise.

Il re Achab racconta alla moglie quello che era successo e lei, da quella vipera che era, giura che il giorno dopo avrebbe dato lo stesso trattamento a Elia.

Elia lo viene a sapere da un messaggero di Izebel stessa, e fugge. Cammina fino a Beer-Seba, vi lascia un servo e poi, da solo, cammina per un’altra giornata. Finalmente, esausto si mette a sedere sotto un cespuglio di ginestra e dice a Dio di farlo morire.

Non ne poteva più, era stanco e terribilmente scoraggiato. Come era possibile che, dopo una vittoria così grande, Dio permettesse a quella regina perfida, pagana e senza scrupoli, di inseguirlo per farlo morire? Non era giusto.

A volte, dopo una grande vittoria spirituale, uno sforzo che ha impiegato tutte le tue energie, ti viene un momento (che a volte dura per ore) in cui ti senti svuotato e non vuoi muovere nemmeno un dito. Ma qui, altro che dito, si trattava di rimetterci la pelle.

Elia non ce la faceva più. Si sdraia e si addormenta. Dio inizia la sua terapia con una dormita.

Poi un angelo lo sveglia: “Elia, svegliati e mangia”. Seconda terapia.

Sacco vuoto non sta in piedi. Elia vede una focaccia, la mangia, beve dell’acqua e si riaddormenta.

Terza terapia. L’angelo lo sveglia: “Elia, alzati e mangia, perché hai molta strada da fare. Hai dormito abbastanza”.

Ci doveva essere una dose imponente di vitamine divine in quella focaccia, perché Elia si sveglia e si mette in cammino. E cammina per quaranta giorni finché non arriva al Sinai. Se guardate la cartina geografica, la distanza fra il Monte Carmel e il Sinai è grande.

Arrivato al Sinai, Elia è ancora depresso. Entra in una caverna e il Signore gli parla: “Che fai qui Elia?”

“Che faccio? Sono triste e scoraggiato. Sono depresso. Ho cercato di essere fedele, mentre tutti gli altri sono lontani da te. Adesso c’è pure la regina che mi vuole morto.”

Dio gli dice di uscire dalla caverna, e di mettersi davanti al Signore per ascoltare.

Viene un turbine tremendo. Elia non sente niente. Nel turbine non c’era Dio. Viene un terremoto. Di nuovo, niente.

Poi sente una piccola voce tranquilla. È la voce di Dio che gli chiede: “Che fai quì, Elia?”.

Elia ripete la sua tiritera; “Ho fatto del bene, sono stato fedele, e ora mi vogliono togliere la vita. Sono l’unico rimasto in Israele...”

Quarta terapia: Elia rimettiti a lavorare. Fai questo, questo e questo.

Poi viene l’incoraggiamento, ovvero la quinta terapia. “Elia, sappi che non sei solo. Ci sono settemila persone come te che non si sono piegate davanti agli idoli. Riprendi la strada e torna a servirmi”.

La quinta terapia tocca a Elia ed è l’ubbidienza. “Elia partì...” dice la Bibbia.

La depressione è la malattia di moda. Lo psicologo ti dice: “Poverino, hai ragione. Devi volerti bene, lascia perdere tutto e prenditi del riposo. Pensa positivamente, fai quello che ti realizza davvero”.

Dio dice: “Il riposo è utile, ma adesso ti sei riposato. Ora tirati su le maniche e ricomincia a servire.Questa è la mia cura”.

Nei nostri momenti di scoraggiamento (e quanti ce ne sono!) l’importante è non dimenticare che Dio è con noi. E che ha una tabella di marcia specifica e disegnata proprio per noi.
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