Quali sono le differenze fra voi e noi?

Finiamo l’anno prendendo una piccola grande lezione di evangelizzazione personale dal Signore Gesù, nel suo colloquio con una donna samaritana. È un episodio ben conosciuto e non mi soffermerò su tutti i particolari. Ci sarebbe da scriverci su molto.

Gesù è stanco e si ferma vicino a un pozzo, mentre i suoi discepoli vanno in un villaggio a comprare del cibo. Sono in Samaria, una zona in cui i Giudei non erano apprezzati.

Arriva una donna accaldata. Porta una brocca per attingere acqua. È una donna poco benvista nel suo villaggio, perché ha una vita immorale. Ha avuto cinque mariti e ora convive. Se vivesse oggi, probabilmente troverebbe un posto di spicco in una rivista di gossip e sarebbe assolutamente à la page. Ma allora le opinioni erano diverse, anche se il gossip probabilmente non mancava nei suoi riguardi.

Il Signore Gesù inizia una conversazione chiedendole da bere e le parla di un’acqua meravigliosa che le toglierebbe ogni sete spirituale. Lei si meraviglia e gliene chiede.

Gesù le dice di punto in bianco: “Va a chiamare tuo marito”.

Lei confessa il suo stato e, quando si rende conto che il discorso va sul religioso e si fa profondo e serio, cerca di deviare la conversazione.

In questo, le cose non sono cambiate. Quando oggi noi testimoniamo della nostra fede nella Parola di Dio e in Gesù come unico Salvatore, la domanda classica che ci viene rivolta è: “Che differenze ci sono fra voi e noi?”. Se si butta in religione, si va su un terreno neutrale. Le tue idee vangono quanto le mie!

Preciso: la Samaritana chiede: “Ma si deve adorare a Gerusalemme o qui sul nostro monte?”. Quali sono le differenze?

Gesù le spiega molto gentilmente che le cose stavano cambiando: non ci sarebbe più stato bisogno di adorare in un tempio in muratura, ma i veri adoratori avrebbero adorato in Spirito (cioè per mezzo della potenza dello Spirito Santo) e secondo la verità della Parola di Dio e della nuova realtà che il Messia, avrebbe instaurata. Poi le dice molto chiaramente che il Messia era Lui.

La Samaritana, a quel punto, molla tutto, secchia, pozzo, conversazione e corre al villaggio per raccontare che aveva incontrato il Messia. Era una donna trasformata!

Allora: dove sta la lezione di evangelizzazione personale di Gesù?

In due punti principali. Gesù ha parlato chiaramente alla donna, anche se molto gentilmente, del suo peccato. Se non abbiamo il coraggio di dire alle persone che sono peccatori senza speranza, non vale la pena parlare loro della salvezza. Se non si rendono conto che sono perduti e sulla via dell’inferno, da che cosa dovrebbero desiderare di essere salvati?

Poi, secondo punto, Gesù non si è impantanato in discussioni sui vari templi, i sacrifici, le tradizioni ebraiche e quelle samaritane (oggi non vale molto parlare di Papa, santi e Madonne, a cui pochissimi danno importanza), ma ha presentato se stesso come Messia, liberatore e Salvatore.

Parliamo di Lui e mettiamo in risalto quello che ha detto e fatto. Diciamo che era ed è Dio, che si è incarnato, è nato a Betlemme, che non ha commesso peccato, che è morto per i nostri peccati e è risuscitato. Se lo facciamo con amore e con compassione, il Signore ci userà per il bene di parenti e amici.

A proposito, sta per uscire la nuova edizione di “MA DIMMI UN PO’... esistono ancora differenze fra cattolici e protestanti?”. È un libretto, che ho scritto anni fa, semplice e pratico. Spiega le differenze di fondo fra la Bibbia e la religione ufficiale del nostro paese e qualsiasi altra religione. Chiedetemelo. Costa poco: solo € 3,50.

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