Ve la ricordate la moglie del Principone che, nel romanzo “Il Gattopardo”, esclamava “Gesummaria!” e si faceva il segno della croce, quando il marito le si accostava sotto le coperte? Beh, penso che di “mogli di principoni” ne ho conosciute molte, anche se oggi di sesso si parla apertamente, volgarmente e spudoratamente in tutte le salse. Ma se ne parla male, i ragazzi lo sperimentano da giovanissimi e quello che Dio ha stabilito, come qualcosa di bello e di sacro, è considerato un gioco, uno sfizio, uno sfogo.
Ma non deve essere così e i genitori invece di lasciare alla scuola il compito di fare l’educazione sessuale dei loro figli, dovrebbero pensarci loro, parlandone con grande rispetto e trasparenza. Dopo tutto, il sesso è un dono di Dio, come il gusto, l’olfatto e il tatto.
Nel romanzo “Il Gattopardo”, la moglie si ritirava in buon ordine nella sua cuccia, davanti alle avances del marito e il Principone andava a consolarsi con prostitute meno religiose e più comprensive. Ma sbagliava da un’altra parte.
Purtroppo, anche fra coniugi che si amano, anche fra coniugi credenti che conoscono la Bibbia e hanno letto il Cantico dei Cantici, il Libro dei Proverbi e il Capitolo 7 della prima lettera ai Corinzi, le relazioni intime possono essere un grosso motivo di litigio, oltre a essere fonte di tristezza, insoddisfazione e incomprensione.
“Ma gli ho già dato due figli!” mi ha detto una volta una donna. “Cosa vuole di più?”
“Vuole te, cara” le ho risposto. “Per fare due figli, bastano due volte! Ma il matrimonio dura tutta la vita. Le relazioni intime non hanno solo lo scopo di fare figli, come insegna la Chiesa Cattolica, ma sono un modo di dimostrare l’amore, la fiducia, il dono di sé che gli sposi dedicano l’uno all’altro. Significano ti amo, sono tua, tu sei mio. Siamo una cosa sola, indissolubile e completa. Insieme, noi due, per la vita”.
La volta scorsa, nel post in cui abbiamo parlato di dialogo, abbiamo visto l’importanza di parlare, dialogare, capirsi. Anche del lato intimo del matrimonio bisogna parlare col marito. Dirgli quello che ci piace e quello che non apprezziamo. Spiegarsi e venirsi incontro. Dirgli che ci piace se si fa la barba e si mette il deodorante. Dirgli tutto, insomma, senza vergogna o falsi pudori. E lui lo aprezzerà.
C’è, però, una cosa che può rovinare – e l’ho visto coi miei occhi – i matrimoni e i ragazzi con cui parliamo, e le nostre figlie lo devono sapere e devono essere avvisate. Sperimentare, fare all’amore alla leggera prima del matrimonio, fosse pure col fidanzato che si sta per sposare, è il modo perfetto per rovinare il futuro. Lui pensa: “Con quanti altri sarà andata, se ha ceduto con me?” e lei rimugina: “Se mi avesse davvero amata, mi avrebbe rispettata”.
E l’ombra rimane. Se non si dissipa col perdono reciproco, sarà sempre fonte di litigi.
Perciò è molto meglio poter dire, la prima notte, dopo che invitati e parenti se ne sono andati e si crolla dalla stanchezza in un bell’albergo: “Tu sei l’unico”.
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Bellissimo post, grazie.
RispondiEliminaVolevo solo precisare che non e' vera l'affermazione:
"Le relazioni intime non hanno solo lo scopo di fare figli, come insegna la Chiesa Cattolica, ma sono un modo di dimostrare l’amore, la fiducia, il dono di sé che gli sposi dedicano l’uno all’altro".
Infatti al punto 2362 del CCC si legge:
<< Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi. La sessualità è sorgente di gioia e di piacere:
Il Creatore stesso ha stabilito che nella reciproca donazione fisica totale gli sposi provino un piacere e una soddisfazione sia del corpo sia dello spirito. Quindi, gli sposi non commettono nessun male cercando tale piacere e godendone. Accettano ciò che il Creatore ha voluto per loro. Tuttavia gli sposi devono saper restare nei limiti di una giusta moderazione>>.
Grazie ancora.