“Fate tutto quello che vi dirà”

Quando ho cominciato a leggere la Bibbia per conto mio, sono rimasta colpita dalla gentilezza e il rispetto con cui Gesù, mentre era sulla terra, trattava le donne. Queste non contavano molto, a quei tempi, in Palestina. Tanto che gli uomini, al mattino, avevano l’abitudine di pregare così: “O Dio, ti ringrazio perché non sono donna!”. Mica male, eh?

Perciò penso che sarà interessante per tutti noi fare una carrellata degli incontri di Gesù con alcune donne, come sono descritti nei Vangeli.

Certamente fra loro la più importante è stata Maria di Nazaret, scelta da Dio per mandare ad effetto il grande miracolo dell’incarnazione del Figlio di Dio.

Però, se potesse vedere quello che oggi si fa in suo onore, ne sarebbe rattristata e indignata, perché, durante la sua vita, non ha mai cercato né onori né fama. Ha sempre lasciato a suo Figlio il primo posto. Ora chiedete perché dico “se potesse vedere”?

Ve lo dico subito. In nessun passo della Bibbia è detto che i morti vedano quello che succede sulla terra e che Maria sia impegnata in cielo a intercedere per i vivi presso suo Figlio, come insegna la chiesa di Roma. Non è la mediatrice di tutte le grazie, la regina gloriosa del paradiso. La sua anima è in cielo, come quella di qualsiasi altro credente che ha accettato il dono della salvezza acquistata da Cristo alla croce, e gode la presenza di suo Figlio che lei stessa ha chiamato “Dio, mio salvatore”!

Maria non è nata senza peccato, il suo corpo non è stato assunto in cielo, ma è ancora sepolto non si sa dove, e aspetta la resurrezione. Maria non ha nessuna posizione privilegiata.

Di lei, i Vangeli parlano poco. Viveva a Nazareth, era vergine, fidanzata di Giuseppe, un falegname. Era una discendente del Re Davide e un giorno un angelo le disse che lo Spirito Santo l’avrebbe avvolta e, miracolosamente, le avrebbe dato di concepire un bambino, il Messia atteso dagli Ebrei. Un onore immenso, per cui in tutte le età sarebbe stata ammirata.

Dopo un momento di timore e sorpresa, “Va bene” disse all’angelo, “io sono la serva del Signore. Mi sia fatto come Dio vuole”.

Fu un atto di sottomissione fiduciosa, ma piena di rischi. Giuseppe avrebbe potuto denunciarla come infedele alla sua promessa di fidanzata. I religiosi avrebbero potuto anche lapidarla. Lei, però, piena di riconoscenza per il grande onore che le era stato fatto, intonò un cantico magnifico, in cui esaltava la misericordia del Signore, che finalmente stava per mandare nel mondo un Messia, un potente Salvatore, adempiendo le promesse dei profeti (Luca 1:46-55). La sottomissione fu una caratteristica della sua vita.

Sposò Giuseppe, diede alla luce Gesù in un stalla, insieme con Giuseppe andò in Egitto per scampare alla persecuzione del re Erode.

Tornati a Nazaret, Giuseppe e Maria ebbero altri figli, Giacomo, Giuseppe, Simone, Giuda e alcune figlie (Matteo 13:55). Gesù crebbe con loro e imparò il mestiere di falegname. Visse come un ragazzo qualsiasi.

Ogni anno la famiglia saliva a Gerusalemme per adorare il Signore. Quando aveva 12 anni, in occasione di quella visita annuale, Gesù si allontanò dai genitori e rimase a discutere con i dottori della Legge nel tempio. Maria e Giuseppe lo cercarono preoccupati e lo rimproverarono perché li aveva fatti stare in pensiero.

Il ragazzo disse loro, con rispetto, ma anche con autorità: “Perché mi cercavate? Non sapevate che mi dovevo trovare nella casa del Padre mio?”.

Poi, di Maria, non si sa più nulla, fino al momento in cui Gesù iniziò il suo ministero all’età di 30 anni. Ne parleremo la prossima volta. Per oggi impariamo da lei la meravigliosa qualità della sottomissione e dell’umiltà. E non è poco!
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Di lei, i Vangeli parlano poco. Viveva a Nazareth, era vergine, fidanzata di Giuseppe, un falegname. Era una discendente del Re Davide e un giorno un angelo le disse che lo Spirito Santo l’avrebbe avvolta e, miracolosamente, le avrebbe dato di concepire un bambino, il Messia atteso dagli Ebrei. Un onore immenso, per cui in tutte le età sarebbe stata ammirata.

Dopo un momento di timore e sorpresa, “Va bene” disse all’angelo, “io sono la serva del Signore. Mi sia fatto come Dio vuole”.

Fu un atto di sottomissione fiduciosa, ma piena di rischi. Giuseppe avrebbe potuto denunciarla come infedele alla sua promessa di fidanzata. I religiosi avrebbero potuto anche lapidarla. Lei, però, piena di riconoscenza per il grande onore che le era stato fatto, intonò un cantico magnifico, in cui esaltava la misericordia del Signore, che finalmente stava per mandare nel mondo un Messia, un potente Salvatore, adempiendo le promesse dei profeti (Luca 1:46-55). La sottomissione fu una caratteristica della sua vita.

Sposò Giuseppe, diede alla luce Gesù in un stalla, insieme con Giuseppe andò in Egitto per scampare alla persecuzione del re Erode.

Tornati a Nazaret, Giuseppe e Maria ebbero altri figli, Giacomo, Giuseppe, Simone, Giuda e alcune figlie (Matteo 13:55). Gesù crebbe con loro e imparò il mestiere di falegname. Visse come un ragazzo qualsiasi.

Ogni anno la famiglia saliva a Gerusalemme per adorare il Signore. Quando aveva 12 anni, Gesù si allontanò dai genitori e rimase con i dottori nel tempio. Maria Giuseppe lo cercarono preoccupati e lo rimproverarono perché li aveva fatti stare in pensiero. Il ragazzo disse loro, con rispetto, ma autorità: “Perché mi cercavate? Non sapevate che mi dovevo trovare nella casa del Padre mio?”

Poi più nulla, fino al momento in cui Gesù iniziò il suo ministero all’età di 30 anni.

Ma di Lui e di Maria parleremo anche la prossima volta. Per oggi impariamo da lei la meravigliosa qualità della sottomissione e dell’umiltà. E non è poco!
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