Guarita per servire

Era successo un fatto inaudito: Gesù era entrato nella sinagoga con Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni e si era messo a insegnare. La gente lo aveva ascoltato meravigliata. Mai avevano sentito un altro rabbino parlare con tanta autorità. Altro che i soliti predicatori noiosi, monotoni e soporiferi! Questo parlava come Dio!

Per di più, proprio nella sinagoga, c’era un uomo posseduto da un demonio che gridava come un pazzo: “Che c’è fra noi e te, Gesù di Nazaret? Sei venuto a mandarci in perdizione? Sappiamo chi sei: Sei il Santo di Dio!” Un chiasso incredibile.

“Sta zitto!” comandò Gesù (mai Egli ha accettato la testimonianza di un demone, anche se veritiera). “Esci da quest’uomo!”

Il demone ubbidì e uscì da quell’uomo, straziandolo (forse con un attacco di convulsioni), fra lo stupore generale. Che emozione! Tutto il villaggio immediatamente lo venne a sapere e ne parlò. Gesù, con i quattro discepoli, uscì dalla sinagoga e andò a casa di Pietro.

Era una casa semplice, da operaio. Probabilmente era composta da una grande stanza, con un focolare e alcuni semplici mobili, come erano le case di allora. Forse nell’angolo più lontano c’erano dei letti.

“Gesù, la suocera di Pietro è molto malata, ha un febbrone terribile... devi scusare se c’è disordine e non c’è niente di pronto... devi avere pazienza...” dissero sottovoce al Signore.

Gesù immediatamente si avvicinò alla donna e la prese per mano. Scottava. Si chinò su lei e, come racconta l’evangelista Luca, “sgridò la febbre”. La febbre sparì immediatamente.

La donna aprì gli occhi, fresca come una rosa, si mise a sedere, saltò giù dal letto e si mise immediatamente a servire il Signore e i suoi accompagnatori. Avrebbe potuto fare una lunga tirata sui suoi mali, le sue sofferenze e raccontare per filo e per segno ogni suo disturbo (ai malati piace farlo), invece non disse nulla. Non una sua parola è ricordata. Solo è detto che si mise a servire.

Ci sono alcune cose importanti da notare: appena i parenti e gli amici parlarono di lei al Signore, Egli intervenne. La guarì.

Quando ci rivolgiamo al Signore, Lui ci ascolta sempre e interviene. Se gli chiediamo umilmente il perdono e la grazia della salvezza, riconoscendo che siamo dei peccatori immeritevoli, Lui ce li concede immediatamente. “Chi viene a me, io non lo caccerò fuori” promette. E non può mentire.

Per altre richieste, a volte, ci fa aspettare o ci esaudisce secondo quello che è per il nostro bene. Ma ci ascolta sempre.

Ma c’è di più. Se abbiamo creduto in Lui, se siamo stati guariti dal nostro peccato, se siamo stati perdonati, non abbiamo altra scelta, se non quella di servirlo, secondo le nostre capacità e possibilità, come fece la suocera di Pietro. Se non lo facciamo siamo dei perfetti ingrati. Quella donna avrà acceso il fuoco, arrostito dei pesci, preparato la tavola. Avrà lavato i piedi ai suoi visitatori e servito il pasto con gli occhi che le sprizzavano di gioia per la salute ritrovata e un grande sorriso riconoscente. Cose semplici che sapeva fare.

E da duemila anni, cioè da quando i Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono stati scritti, la sua azione è ricordata e ci serve da esempio. Che gioia stare bene e servire! Bene nel profondo del cuore, soprattutto!

Questa storia si trova in Matteo 8:14-17; Marco 1:29-31; Luca 4:38,39.
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