Umile e insistente

Nella sua umanità, Gesù si stancava. La gente lo pressava da tutte le parti di giorno e Lui spesso passava la notte pregando e parlando con suo Padre nel cielo. Ogni tanto, voleva ritirarsi e starsene in pace coi discepoli.

Già una volta aveva cercato di farlo e si era invece trovato davanti una folla di più di diecimila persone, che lo voleva ascoltare ed era pronta a farlo re.

Lui aveva dato da mangiare a tutti. Un bel tipo di riposo!

Nell’episodio di oggi, è in Siria, nel territorio di Tiro e Sidone. Si chiude in una casa con i discepoli e vorrebbe restare in incognito. Impossibile!

Una donna pagana lo viene a sapere. La sua bambina è tormentata da un demonio e lei corre da Gesù per chiedere aiuto. Glielo grida a perdifiato. I discepoli la vogliono scacciare, forti del fatto che Gesù aveva detto loro di essere venuto solo per le pecore perdute di Israele, ma lei non se ne va.

Chiedono al Signore di farla smettere. Ma quella insiste, si butta ai piedi del Maestro e continua la sua supplica.

Gesù non l’accontenta subito; evidentemente la vuole mettere alla prova (non è l’unica persona con cui l’ha fatto). Le rivolge delle parole che potevano sembrare dure: “Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini” (Marco 7:27). I figli erano gli Ebrei, i cani erano i pagani. La donna avrebbe potuto offendersi, ma il suo bisogno è troppo grande. Perciò non demorde.

È vero: non è Ebrea, è solo una pagana. Non può vantare diritti, come invece potevano accampare coloro che appartenevano al popolo di Dio. Perciò chiede solo di essere trattata come un cane e di godere almeno dei privilegi di un cane. I cani non mangiano a tavola col padrone, ma si accontentano delle briciole che cadono sul pavimento. Una briciola di grazia le bastava.

Gesù esclama: “Donna, grande è la tua fede: ti sia fatto come vuoi. Per questa parola, va’; il demonio è uscito da tua figlia”.

La donna torna a casa. La sua bambina è guarita e dorme tranquilla.

Noi le assomigliamo. Come peccatori non abbiamo nessun diritto da far valere davanti a Dio. Nessuna opera meritoria ci può rendere graditi a Lui. Se non fosse per la sua grazia, saremmo tutti senza speranza. Perduti e condannati all’inferno.

Ma la sua grazia è offerta a tutti. L’hai accettata?

Puoi leggere questa storia in Matteo 15:21-28 e Marco 7:24-30.
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