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Un pastore predicava con grande foga sulla bellezza della vita esuberante e della pienezza dello Spirito Santo. A un certo punto, ha alzato gli occhi piamente verso l’angolino del soffitto della sala di culto e ha detto: “Fratelli, vi confesso che da quando ho capito i principi della vita esuberante, non ho più peccato!”.
Silenzio. Solo la moglie, seduta in prima fila, ha sussurrato: “Attento, che ci sono quì io!”.
È un fatto che tutti parliamo della nostra pochezza, della nostra fragilità, della nostra umanità, ma ci sentiamo anche molto sicuri della nostra santità. È vero, non ci piove sul fatto che la nostra salvezza è assicurata dalla potente mano di Cristo che ci sostiene. Ma i pericoli delle scivolate ci sono sempre. E dobbiamo farci attenzione.
L’apostolo Pietro, che quanto a scivolate aveva una certa esperienza, ha scritto: “Siate sobri, vegliate: il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli...” (1 Pietro 5:8).
La vita cristiana è un cammino accidentato e in salita. Fin dall’inizio, nella chiesa primitiva, ci sono state persone che hanno cercato di attaccare la verità del vangelo. E non era sempre gente che veniva da fuori, che combatteva la verità. Spesso usciva dalla comunità dei credenti stessi. “Se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema (che significa maledetto)” diceva l’apostolo Paolo ai Galati (1:9), e li metteva in guardia da religiosi che predicavano la salvezza per opere.
A Timoteo scriveva di evitare di far compagnia con due tipi, Imeneo e Fileto, che propagavano idee sbagliate sulla resurrezione e avevano deviato dalla verità (2 Timoteo 2:16-18). Agli anziani che guidavano la chiesa di Efeso disse che dovevano fare attenzione ai “lupi rapaci” che avrebbero cercato di sviare i credenti. Ai credenti di Colosse scrisse dicendo: “Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi dl mondo e non secondo Cristo” (2:8).
Gesù, mentre era sulla terra, aveva già parlato di falsi Cristi e falsi profeti. E quanti ce ne sono anche oggi!
Proprio a me e mio marito, tempo fa, si è accostato un tipo ben vestito che ci ha confidato che stava andando dai suoi seguaci perché lui era Gesù Cristo. È chiaro: era un matto. Ma aveva chi lo ascoltava.
Oggi, per esempio, va di moda “il vangelo del benessere”. “Chi è credente deve stare bene e essere ricco!” si dice. Ma dove sta scritto, quando Gesù ha detto, invece, che nel mondo avremo tribolazioni? E poi si crede alle sciocchezze del Codice Da Vinci, o alle profezie e alle rivelazioni di questo o di quel guaritore. E poi ci sono le sette e i movimenti spirituali. E guardate: cominciano tutti con gente che ha conosciuto il Vangelo, ma lo ha sovvertito con le sue idee bacate. Leggete 2 Pietro capitolo 2, se non ci credete!
Allora che fare, come difendersi?
Per prima cosa, badare a avere una vita pulita, limpida e santa. Molte volte, se non sempre, i falsi profeti e i lupi rapaci sottilmente spingono verso l’immoralità e i compromessi morali. E questi, a volte, fanno molto comodo.
La Bibbia parla dell’importanza di avere una coscienza pulita e limpida, priva di ombre morali o dottrinali e Paolo nomina alcuni che avevano rinunciato a avere “una buona coscienza” e che, di conseguenza, avevano “fatto naufragio quanto alla fede”.
In secondo luogo, la buona coscienza si deve mantenere, confrontando sempre quello che si sente, si legge e si ascolta con la Parola di Dio. Esattamente come facevano i credenti della chiesa di Berea, che non si fidavano neppure dell’apostolo Paolo, ma verificavano quello che diceva con le Scritture “per vedere se le cose stavano così”.
Vi pare che ripeta sempre le stesse cose? Può darsi, ma lo farò finché campo. Ciao!
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