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...lei sapesse fare la spesa e cercasse di risparmiare... lui non buttasse i soldi per comprarsi tanti aggeggi inutili per la macchina... lei non volesse sempre qualcosa di nuovo da mettersi addosso, anche se dice che compra solo dai Cinesi... se lui perdesse quella mania di andare allo stadio a vedere la partita. Ogni tanto va bene, ma senza esagerare! Dobbiamo pensare al mutuo per la casa, all’assicurazione per la macchina, alle bollette... E in bolletta ci siamo già!
Secondo le statistiche, una delle ragioni principali per cui si litiga in famiglia sono proprio i soldi e il modo in cui spenderli. C’è chi è tirato e chi è spendaccione. Chi ha sangue genovese nelle vene (come me!) e chi è abituato a vivere alla giornata. Come mettersi d’accordo?
Buona parte dei dispiaceri dipende dal fatto che molti si sposano senza fare dei conti realistici e pensano che, in un modo o l’altro, ce la faranno a sbarcare il lunario. Ma perfino Gesù ha detto che chi vuole costruirsi una torre deve fare i conti di quanto gli costerà, prima di cominciare a innalzarla, facendo capire che non vale la pena essere sprovveduti. Confidare nella provvidenza, magari quella dei genitori, suona molto bene, ma all’atto pratico è pericoloso.
A certe cose è bene pensare prima di sposarsi. Quanto è lo stipendio di lui? Se lei lavora, quanto guadagna? Si deve fare un po’ di matematica e ragionare. Quanto ci vuole per la casa, per la luce, per il gas, per la macchina e per l’assicurazione, per l’abbonamento ai mezzi, per le medicine, il cibo e i vestiti? E così via.
Si dovrà anche pensare agli imprevisti e lasciarsi, possibilmente, un po’ di cuscinetto per le vacanze e qualche svago. Se verranno dei bambini, quanto di più ci vorrà per loro?
Non ultimo, se siamo credenti, c’è da mettere in conto che a Dio spetta una parte dei nostri beni (“secondo la prosperità concessa” dice la Bibbia. Il che significa che, se si guadagna molto, si darà molto per sostenere l’opera di Dio e la propria chiesa e, se si guadagna poco, si darà il più possibile, donando regolarmente almeno una parte di quanto si guadagna).
Ma fare dei proponimenti e dei conti ragionevoli non basta: bisogna proporsi e essere determinati a restare dentro al preventivo che si è fatto, non spendere mai più di quello che si ha e essere anche pronti a delle rinunce e a dei sacrifici. Bisognerà a volte dimenticare la fettina e mangiare macinata o fagioli. Fare la colazione col pane invece che col cornetto o la merendina. Funzionare con meno paia di scarpe e dimenticare che il collega si è comprato (facendo debiti) l’ultimo iPod.
Dio onora chi è savio e prudente, chi non fa debiti e impara a accontentarsi di quello che ha. L’Apostolo Paolo l’ha detto molto bene: “La pietà (cioè il desiderio di fare piacere a Dio e il timore di Dio), con animo contento del proprio stato, è un gran guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla, ma avendo di che nutrirci e coprirci, saremo di questo contenti. L’amore del denaro è radice di ogni specie di mali e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori” (1 Timoteo 6:6-8,10).
E vi prometto, per esperienza, che con questo programma e questi proponimenti, presi di comune accordo, non litigherete con vostro marito o con vostra moglie e, ogni tanto, ci scapperà anche qualche piccola pazzia o addirittura una sorpresa, come è capitato una volta a noi. Ve lo racconto la prossima volta.
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