Mariti di tutto il mondo, fatevi furbi!

“Mio marito mi ha detto: «Ho avuto una gran paura! Non salire mai più su una sedia!»” me lo ha raccontato la mia vicina con gli occhi che le luccicavano di gioia orgogliosa.

Questa vicina è un vero tesoro. Mi aiuta a pulire casa, mi fa delle modifiche ai vestiti, mi consiglia su come curare le piante. Mi ha anche indicato quale parte del cielo guardare, per capire se pioverà o no (per quello, a onor del vero, mi basta un ditino del piede che mi funziona da barometro incorporato. Se cambia il tempo, chi lo regge?)

Ma torno alla vicina. Rosa, la chiamo così per rispetto della privacy, cura una caterva di nipoti, si dà da fare per figli e nuore, va anche in campagna a lavorare col marito e a raccogliere le olive. Per soprappiù tiene la casa come uno specchio. Dopo che è passata nella mia, anche la mia casa splende per un paio di giorni.

Mi ascolta anche quando le parlo del Vangelo, legge il calendario e si è letta più libri cristiani, che le ho prestato e regalato, di quattro evangelici normali messi insieme.

È proprio cara. E, secondo me, un dono del Signore.

L’altro giorno, voleva innaffiare una piantina; è salita su una sedia e si è trovata per terra. Non sa se ha messo un piede in fallo o se ha avuto un capogiro. Fatto sta che si è fatta un bernoccolo monumentale nella testa, ha lividi in parecchie parti del corpo e il medico l’ha consigliata di portare il collare ortopedico. Cosa che non fa.

Ora sta meglio, ma quella caduta è servita a tirarle su gli spiriti per non so quanti anni.

Le parole pronunciate da suo marito, tenendola per mano, la sera a letto, “ho-preso-una-gran-paura”, l’hanno fatta più felice che se avesse vinto al gratta e vinci. Così felice che me lo ha raccontato due volte nello stesso giorno.

Ridendo, le ho chiesto: “È stata la prima dichiarazione d’amore negli ultimi quindici anni?”

“Quasi!” ha risposto ridendo pure lei.

E questo mi ha ribadito la convinzione che troppi mariti (il mio escluso) sono dei perfetti broccoli, nel prendere le mogli per scontate e non esprimendo loro spesso il loro amore e il loro apprezzamento in parole e con calore. Ma che ci vorrebbe? Niente. Solo un po’ di attenzione. E avrebbero mogli più contente, più ripagate, più pronte a rispondere all’amore.

Poi, se i figli vedessero e sentissero papà che dice cose gentili alla mamma, imparerebbero a dire cose gentili anche loro, e le ripeterebbero alla loro futura moglie. E sarebbe una catena felice.

Ho parlato spesso del fatto che uno o due o tre complimenti al giorno hanno effetti miracolosi. L’ho detto specialmente alle mogli, perché sono quelle con cui tratto di solito, ma lo dico anche i mariti, perché so che le mogli godrebbero nel sentirsi apprezzate.

Se Dio si è preso la briga di far scrivere nella sua Parola, pare per 365 volte, l’espressione “non temere” e centinaia di volte ricordarci del fatto che ci ama, perché non ci sforziamo un po’ anche noi con la persona che abbiamo scelta per la vita?

Allora, mariti di tutto il mondo (dato che siamo su internet), fatevi furbi!
.

Nessun commento:

Posta un commento