Così anche Tiger Woods, il mago americano del golf, che vinceva tornei e avrebbe saputo infilare una pallina anche nella crina di un ago, marito di una splendida modella bionda, ha avuto la sua sbandata finale, dopo un numero consistente di altre. Una volta o l’altra, succede a tutti i grandi. Sembra che i soldi e la fama facciano loro credere di poterla fare franca su tutto e tutti.
Ha avuto, in ogni modo, il buon gusto di ritirarsi dalla professione, chiedere perdono e cercare di rimettere insieme la famiglia.
Non voglio però parlare necessariamente di Woods, ma dei commenti sul suo caso che ho sentito in TV. Secondo i giornalisti italiani, quello che lo ha rovinato è stato il fatto che è andato contro i principi dei benpensanti e dei tradizionalisti americani e che la mentalità protestante non tollera certe trasgressioni. Perciò ha dovuto lasciare lo sport.
Perciò, se non vivi in America e se non pratichi una religione da bigotti, non hai problemi. L’infedeltà, l’immoralità e la vita dissipata non turbano più chi è largo di idee. Dieci amanti? Vuol dire che ci sai fare!
Il problema è che Dio non è né benpensante, né tradizionalista, né protestante: è santo e il peccato non gli piace. Nella sua Parola, la Bibbia, dice: “Sappiate che il vostro peccato vi ritroverà”. Se non in questa vita, dopo la morte. E quello che Dio dice, lo fa.
Il rimedio, allora, non è lasciare lo sport o i milioni che esso può fruttare, cercare di raccogliere i pezzi di una vita sregolata e raffazzonare il rapporto con la moglie. E neppure è fare buoni proponimenti per il futuro, decidendo di cambiare vita.
Il rimedio è uno solo: diventare una “nuova creatura”, umiliandosi davanti a Dio, chiedendogli perdono e credendo che solo in Cristo c’è la salvezza. Naturalmente, facendo sul serio e capendo che la vita cristiana,significa vivere con l’impegno di imparare da Cristo e di vivere facendogli piacere.
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